Dopo la Bce, Borse in attesa della Fed

Mercati azionari stabili. Domani le decisioni sui tassi Usa

Cinzia MeoniDopo la Bce, ora tocca alla Fed. E in attesa delle indicazioni sullo stato dell'economia mondiale, ieri le Borse hanno preferito un atteggiamento attendista con variazioni percentuali frazionali: Londra è salita della 0,6%, Amsterdam dello 0,5% e Parigi dello 0,3%, mentre Milano ha chiuso sostanzialmente invariata nonostante il rally delle banche su cui si sono accesi i riflettori in vista di un'ulteriore ondata di consolidamento. Solo Francoforte si è distinta al rialzo, proprio mentre si intensificano le voci di prossime nozze la London Stock Exchange. L'attenzione degli investitori è peraltro concentrata sulle politiche monetarie che verranno annunciate in settimana e che saranno fondamentali per comprendere lo stato dell'economia globale. Non sono attese decisioni operative, ma stime e indicazioni di scenario. Tante parole e poche decisioni sintetizza Vincenzo Longo di IG. Oggi è la volta della giapponese Boj che, dopo l'introduzione dei tassi negativi lo scorso gennaio, non dovrebbe riservare soprese. È possibile che, qualora le incertezze sull'economia nipponica dovessero permanere, la Boj comunque decida di procedere ad aprile, con l'avvio del nuovo anno fiscale, un nuovo taglio dei tassi sostiene Longo. Domani invece lappuntamento è con la Federal Reserve che, salvo imprevisti, lascerà i tassi invariati. Le proiezioni economiche della Fed, le dichiarazioni rilasciate nel corso della successiva conferenza da parte del governatore Janet Yellen e l'aggiornamento delle stime sull'inflazione e sul Pil, forniranno tuttavia al mercato una chiara direzione sulla strategia monetaria che la Fed adotterà nei prossimi mesi Nelle ultime settimane è cresciuto il consenso su un nuovo possibile rialzo dei tassi americani già giugno, anche se la data su cui convergono maggiormente le stime degli esperti, tra cui la nostra, rimane quella di settembre. Temo infatti che i prossimi dati macroeconomici non siano particolarmente brillanti tali comunque quanto meno da sostenere un nuovo rialzo dopo quello dello scorso dicembre spiega Longo. Giovedì poi è il turno della Bank of England da cui, più che decisioni di politica amomentaria, il mercato si attende un presa di posizione sulla Brexit, ovvero sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea su cui Londra è chiamata al voto a giugno.

Sempre giovedì è attesa la riunione della Banca Nazionale Svizzera e della Norges Bank. Secondo le attese del mercato proprio quest'ultima potrebbe decidere di tagliare il tasso di riferimento di 0,25 punti base allo 0,50% per dare sostegno all'economia.

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