Franco Bernabè, ex presidente di Telecom Italia, si toglie qualche sassolino dalle scarpe approfittando del convegno organizzato da Asati sul futuro dell'ex monopolista. «Sono uscito dal gruppo - ha detto Bernabè - perché non potevo continuare a lavorare senza condividere gli obiettivi dell'azionista di maggioranza». L'ex presidente si è detto «non contrario alla fusione con Telefonica, se realizzata dentro un grande progetto europeo» ma, ha proseguito, «la scelta fatta è incerta. E l'esito finale non viene esplicitato neanche dal presidente di Telefonica, César Alierta». Insomma, per Bernabè non si capisce il punto di arrivo di questo processo che, a suo avviso, porterà a un depauperamento di Telecom, che diventerà solo un soggetto italiano. «Sono questi i motivi per cui ho lasciato - ha aggiunto - non sono riuscito a ripristinare un soggetto autonomo e libero per il Paese».
Bernabè non ha però mancato di incoraggiare l'attuale ad Marco Patuano: «Deve continuare a lavorare nell'interesse di Telecom». Al convegno era presente anche Marco Fossati, azionista forte di Telecom con il 5% del capitale, ma in rotta con l'attuale management di cui ha chiesto le dimissioni che potrebbero essere ratificate nell'assemblea del prossimo 20 dicembre. Fossati ha spiegato di aver aspramente criticato Bernabè quando era presidente di Telecom. «Ho fatto delle critiche - ha spiegato Fossati - ma chiunque, anche Steve Jobs, fosse stato al suo posto, non avrebbe potuto far nulla perché una visione diversa da quella Telefonica non avrebbe avuto seguito». Per Fossati una cessione del Brasile fatta male potrebbe compromettere tutta Telecom e costringere gli azionisti a mettere mano al portafoglio. Quanto alla pronuncia dell'Antitrust brasiliano, Fossati ha osservato che se l'organismo «dirà a Telefonica che deve risolvere il problema italiano, sarà una piccola bomba che il gruppo spagnolo dovrà disinnescare, ma certo non vendendo Tim Brasil: noi vigileremo su questo». Per Fossati il cda «ha sempre distrutto valore ed è giusto che vada a casa all'assemblea del 20 dicembre prossimo».
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