L’affondo della Procura sulla vecchia gestione di Bpm convince il presidente Andrea Bonomi a rompere la luna di miele con il blocco di potere che ruota attorno all’Associazione Amici,l’organizzazione dei dipendenti-soci che gli aveva affidato l’istituto con l’appoggio decisivo di Uilca e Fisac.
La condotta di chi ha gestito «direttamente o indirettamente» la Popolare di Milano «in maniera miope e insipiente» sta avendo ricadute «estremamente negative» sulla reputazione della banca, che accusa ancora «rilevanti problematiche » di natura «consociativa e clientelare », denunciano Bonomi e l’ad Piero Luigi Montani nella lettera ai dipendenti.
Evidente il riferimento alla fascicolo della Procura contro l’ex presidente Massimo Ponzellini, finito agli arresti domiciliari. Ma la missiva punta anche il dito contro le zone buie che ancora esistono in Bpm. È un avviso a quanti continuano a mettere a repentaglio la «stessa esistenza» e il «futuro» del gruppo. Coloro che stanno manovrando dietro le quinte per ristabilire «i vecchi equilibri» sono gli stessi che hanno trascinato Bpm sull’orlo del commissariamento prosegue infatti Bonomi- rivendicando la frattura col passato anche nella scelta del management. Montani, voluto dal nuovo corso con il placet della Vigilanza, dovrebbe ora sostituire i responsabili delle direzioni «Informatica», «Finanza» e «Organizzazione» che potrebbe essere affidata a una donna. Bonomi ha poi chiamato dalla sua Investindustrial Arabella Caporello nel delicato ruolo di assistente del consiglio di gestione, mentre Carlo Gagliardi ha lasciato lo studio Chiomenti per ricoprire la carica di segretario generale e supervisionare l’area legale. Tali innesti seguono quelli alla direzione «Mercato» di Iacopo De Francisco (ora impegnato in numerosi incontri per imprimere maggiore dinamicità alla struttura) e alle «Risorse umane» di Giovanni Rossi (già notato per il fare «asciutto»). A quel punto tutti i gangli vitali di Bpm saranno sotto la supervisione del Cdg anche perché, dicono in Piazza Meda- al momento i nuovi top manager sono stati «sovrascritti» alla vecchia guardia, ma resta da capire che cosa accadrà con il piano industriale. Il progetto, che sarà presentato entro metà luglio con qualche ritardo rispetto alle previsioni, è definito da Montani e Bonomi «rivoluzionario »e foriero di«un’importante inversione di rotta ». Nei progetti Bpm tornerà a puntare sul mercato retail, limitando il peso della finanza; attesi poi circa 1.300 esuberi tra gli uffici centrali di Piazza Meda e Via Bezzi a Milano ( secondo alcuni 2-300 addetti) e l’ipertrofia della rete nelle aree di insediamento storico. Non certo ciò che si attendevano gli Amici, soprattutto tra la vecchia guardia confluita nei «Saggi»dell’associazione, cui sta dando battaglia la neonata «Arco». Proseguono infine i travasi tra i sindacati, con il ritorno in Fabi di 4 dirigenti che avevano traslocato alla Uilca.
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