Economia

Bitonci:"Stiamo lavorando ad una pace fiscale 2"

Secondo il sottosegretario leghista al Mef le misure potrebbero rappresentare complessivamente un tesoretto da 25 miliardi

Bitonci:"Stiamo lavorando ad una pace fiscale 2"

Il governo starebbe pensando ad una pace fiscale 2. Ad affermarlo è il sottosegretario leghista al Mef, Massimo Bitonci a poche ore dalla scadenza del 31 luglio per la rottamazione-ter.

Domani, difatti, scadrà la prima rata della rottamazione-ter per coloro i quali avevano presentato domanda entro il 30 aprile scorso (circa 1,2 milioni di contribuenti ai quali l'Agenzia delle entrate-Riscossione ha inviato la comunicazione con gli importi da versare a seconda della soluzione rateale prescelta). Inoltre, sempre per domani è prevista la possibilità di accedere alla nuova finestra per le misure di pace fiscale, come stabilito nel dl crescita. In questo caso, dopo la compilazione dell’istanza, si potrà optare per il pagamento delle somme dovute in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2019, oppure in 17 rate, di cui la prima scadenza sempre prevista per il 30 novembre 2019, e con interessi del 2% annui.

Nel frattenpo, però, dal ministero di via XX settembre già si pensa al dopo, con la pace fiscale 2 che dovrebbe prevedere la possibilità di accedere al saldo e stralcio per le società in crisi aziendale certificata. Sarebbero previste, inoltre, delle misure per la deflazione dei contenziosi non introdotti nella pace fiscale 1, oltre all'emersione del contante.

Secondo il sottosegretario al ministero dell'Economia e delle Finanze, la riapertura dei termini della rottamazione-ter e del saldo e stralcio, attraverso il decreto crescita, avrebbero fatto registrare quasi 2 milioni di adesione che si aggiungono al milione e 700mila domande presentate entro la scadenza del 30 aprile.

Conti alle mani, per Massimo Bitonci ai 21 miliardi di entrate derivanti dalla rottamazione-ter e dal saldo e stralcio per le persone fisiche se ne potrebbero aggiungere ulteriori 3 miliardi di gettito grazie alla chiusura delle liti pendenti con un tesoretto per le casse dello Stato di circa 25 miliardi.

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