Con nove voti di scarto Vincenzo Boccia è stato designato alla presidenza di Confindustria. Ha ottenuto 100 voti, contro i 91 di Alberto Vacchi. Gli aventi diritto al voto (membri del consiglio generale) sono 198 e i votanti sono stati 192. Una scheda bianca. Per l’elezione definitiva si dovrà attendere l’assemblea privata del 25 maggio, in cui saranno chiamati a votare circa 1.400 imprenditori. Boccia sostituirà Giorgio Squinzi, in carica dal 2012.
Boccia guida la Arti Grafiche Boccia di Salerno, che impiega 160 persone e ha un fatturato di oltre 40 milioni di euro, cui un terzo realizzato all’estero, con uffici a Parigi, Beirut, Norimberga e Aarhus e il cui nome è legato alla stampa delle più esclusive riviste di design del Nord Europa: basti pensare ai cataloghi Ikea. Ma il suo nome è legato anche alla realizzazione di marchi storici, come le etichette della Ferrarelle e le figurine Panini. Le Grafiche Boccia hanno avuto una crescita fortissima negli ultimi 10 anni (+85% in termini di capitale umano e +200% in termini di giro di affari).
Per il nuovo presidente di Viale dell'Astronomia il ruolo dell’impresa e di Confindustria "diventa focale in questa situazione fragile ma positiva" è necessario "ribadire con forza la centralità dell’industria come principale antidoto alla stagnazione e alla bassa crescita". È il cuore del programma di Boccia, dal titolo "Confindustria per l’Italia". La parola d’ordine è la crescita del Paese e delle imprese: occorre tirare "fuori dalle secche" il nostro Paese, "investendo, innovando e rimettendo il sistema industriale al centro dello sviluppo dell’Italia". I tre pilastri fondamentali del sistema sono: identità, rappresentanza e servizi. Per , il ruolo dell’impresa e di Confindustria "diventa focale in questa situazione fragile ma positiva". Dovrà essere, si legge nella sua piattaforma, "di progetto, proposta e denuncia, inclusiva e non elitaria, capace di fare sintesi tra le esigenze dell’industria e quella del Paese". "Una casa comune per una stagione di leadership collettiva e non individuale con l’obbiettivo di pensare e sostenere l’Agenda della competitività per l’Italia e per l’Europa". "
Non userò mai, riferendomi a noi, - prosegue Boccia - il termine discontinuità, lo ritengo irrispettoso per chi ci ha preceduto, io, come tanti di voi, per quel senso di appartenenza alla nostra comunità, non rinfaccerò sconfitte e né mi esalterò dalle vittorie. La mia sarà continuità nei valori e nell’identità e cambiamento che ci è imposto dai nuovi contesti, nello stile, nel merito, nella struttura. La nostra sfida più grande oggi è essere all’altezza dei nostri oltre 100 anni di storia: la nostra autorevolezza, la nostra credibilità dipenderanno dalla capacità di rimetterci continuamente in discussione ed essere sempre alla testa dell’innovazione e del cambiamento del Paese. So - conclude Boccia nel passaggio finale del suo programma - che devo conquistare la vostra testa e il vostro cuore e, se ci riuscirò, insieme conquisteremo la testa e il cuore dei nostri imprenditori. Questo percorso lo considero una precondizione per conquistare insieme la testa ed il cuore del Paese, un Paese cui dare la sveglia, un Paese dal cuore industriale che deve essere più consapevole delle sue potenzialità, un Paese, la nostra Italia, in cui ci sentiremo corresponsabili del suo futuro".
Chi è Vincenzo Boccia
Nato a Salerno nel 1964, è è ad dell'azienda di famiglia, la Arti Grafiche Boccia, fondata circa 50 anni fa dal padre Orazio. Amante della musica classica, soprattutto Ciajkovskij e Beethoven, vive a Pontecagnano, con la moglie e le due figlie. Da molti anni in Confindustria, Boccia nel 2002 fu sconfitto da Anna Maria Artoni per la presidenza dei giovani di Confindustria. Quella sconfitta fu ricompensata con l'ingresso nella giunta di Confindustria nel 2003. A ottobre poi fu eletto presidente dei giovani di Confindustria della Campania. Nel 2009 Boccia divenne presidente della Piccola Industria, che vale oltre il 90% degli associati succedendo a Giuseppe Morandini. Qualche mese ed arrivò anche l'ingresso nella squadra di Emma Marcegalia, diventata nel frattempo presidente di tutta Confindustria. Un rapporto di fiducia con la presidente dell'Eni che continua tuttora. A lui fu affidato allora un incarico nel settore del credito e della finanza per le pmi. Sotto quella presidenza ci fu la rottura con il governo Berlusconi, e all'assemblea 2011 il "coup de theatre" di Boccia: "Facciamo rumore. Così che 'qualcuno' senta come siamo arrabbiati e delusi". Nel 2011 per Boccia la riconferma a capo della piccola Confindustria fino al 2013. L'ex presidente Squinzi l'ha sempre voluto nella sua squadra, ed era fino ad oggi a capo del comitato tecnico credito e finanza.
Montezemolo: "Persa un'occasione"
"Si è persa un’occasione unica - commenta Luca Cordero di Montezemolo - una straordinaria opportunità di vero cambiamento. Mi dispiace - ha aggiunto - che il presidente uscente si trovi a lasciare una Confindustria così spaccata perché quattro voti potevano cambiare l’esito, per me è un profondo rammarico".
Squinzi: "Grande prova di democrazia"
La designazione di Boccia "è stata una grande prova di democrazia - commenta il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi -. L’esito è stato incerto fino all’ultimo ma ha vinto la democrazia. Ora mi auguro che, al di là dell’apparente spaccatura dell’esito, cia sia un’immediata occasione di ricomporre l’unità perché solo se saremo uniti e coesi avremo autorevolezza e conteremo di più.
In questi quattro anni - ha detto Squinzi - ho avuto occasione di lavorare con Vincenzo Boccia, lo stimo molto, come anche Alberto Vacchi. Penso che possiamo assicurare una linea di continuità a Confindustria. Enzo, in bocca al lupo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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