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Avete buttato via la bolletta? Ecco quanto vi può costare...

È utile conservare le bollette per un preciso periodo di tempo nel caso in cui si dovesse dimostrare il pagamento o la prescrizione della richiesta

Avete buttato via la bolletta? Ecco quanto vi può costare...

In tanti, oramai, preferiscono farsi arrivare le bollette sulla propria mail o archiviarle sulla propria area personale del sito della società di fornitura; ma per quegli utenti che decidono di farsi arrivare le fatture per i consumi nella cassetta postale è importante tutte le bollette, una volta pagate, vengano archiviate e conservate per un tempo specifico perché non farlo potrebbe costare davvero caro.

Difatti potrebbe accadere che, per qualche sfortunato motivo, il pagamento non fosse andato a buon fine o che ci sia stato un errore di calcolo dei consumi o che, semplicemente l’azienda fornitrice, per qualche ragione, non si ritrovi il pagamento per l'utenza specifica; in questi casi sarà richiesta la ricevuta di avvenuto pagamento e nel caso in cui questa non si trovasse, l'utente è costretto a pagare nuovamente la bolletta.

Ecco perché è bene conservarle; ma vediamo per quanto tempo.

Archiviare le bollette

È utile conservare le fatture recanti i consumi pagati per il tempo specificato dall'art. 2934 del Codice Civile: "Ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge. Non sono soggetti alla prescrizione i diritti indisponibili e gli altri diritti indicati dalla legge".

Come ricordato in un precedente articolo de IlGiornale.It, il Codice Civile definisce un termine di prescrizione entro cui il titolare di un diritto soggettivo può esercitarlo (es: richiedere il pagamento della bolletta) pena l'estinzione del diritto stesso.

Di conseguenza, se non dovesse essere richiesto il pagamento di una bolletta entro un determinato periodo di tempo (per ogni fornitura il periodo è diverso) subentrano i termini di prescrizione. Come scritto poco sopra, però non tutti i documenti prevedono gli stessi termini.

Le bollette pagate di gas, luce e acqua dovrebbero essere conservate, per precauzione, per un periodo di tempo di 5 anni dalla scadenza ed a partire dalla data di pagamento, lasso di tempo entro il quale il gestore ha il diritto di richiedere traccia del versamento.

Per luce e gas, la prescrizione dei controlli si riduce a 2 anni in caso di rilevanti ritardi nella fatturazione dovuta a colpe attribuibili al fornitore.

Cosa è cambiato dal 2018 per i termini di prescrizione

Con Delibera n. 97/2018/R/com, l'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), ha applicato quanto previsto dalla Legge di Bilancio del 2018 relativamente alla riduzione dei termini di prescrizione per i consumi di energia elettrica, gas e acqua.

Il limite temporale previsto, così, è passato da 5 a 2 anni ma con qualche differenza:

  • Per le forniture dell’energia elettrica, difatti, i nuovi termini di prescrizione - 2 anni - riguardano le bollette successive al 1° marzo 2018, mentre per resta a cinque anni per le bollette relative al periodo antecedente;
  • Per quanto riguarda le Bollette del gas, invece, i nuovi termini di prescrizione sono entrati in vigore a partire dal 1° gennaio 2019 e pertanto le bollette scadute prima di tale termine continuano a prescriversi dopo cinque anni;
  • Per le Bollette dell’acqua i termini di prescrizione a 2 anni sono entrati in vigore a partire dal 1° gennaio 2020 con conseguenza che le bollette precedenti a tale data si prescrivono in cinque anni.
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