Bonomi corre ma la Mattioli non molla

Ieri incontro tra i due. Anche Pasini in campo. Oggi i saggi vagliano le candidature

Bonomi corre ma la Mattioli non molla

Ultime ore, per i candidati in pectore alla presidenza di Confindustria, per presentare ai tre «saggi» le proprie credenziali. La scadenza è la mezzanotte di oggi: chi ha raccolto il sostegno formale da parte di almeno 19 dei grandi elettori (ossia il 10% dei membri del consiglio generale di Confindustria) può autocandidarsi, presentando le linee programmatiche. Starà poi ai saggi promuovere le candidature e aprire le consultazioni locali: 19 febbraio a Roma, il 21 a Bologna, 27-28 a Milano, il 4 marzo a Torino, il 5 a Napoli, il 9 di nuovo a Milano; che porteranno, il 26 marzo, alla conta finale del consiglio generale, dal quale uscirà il presidente designato. Sulla carta, l'unico sicuro di passare la griglia dei saggi è Carlo Bonomi, presidente della maggiore associazione territoriale italiana, l'Assolombarda di Milano. Secondo il tam tam confindustriale, avrebbe già ottenuto tra 40 e 50 firme. Ma anche Licia Mattioli, ex numero uno di Torino e oggi vicepresidente di Vincenzo Boccia con delega all'internazionale, è data per «promossa». Così Giuseppe Pasini, presidente dei bresciani, che avrebbe superato il quorum, anche meglio del previsto.

L'ipotesi che la questione si risolva in un duello è stata rafforzata ieri dalla notizia che Mattioli e Bonomi si sono incontrati. Diverge, a seconda delle fonti, la ricostruzione del contatto: c'è chi dice che è stato Bonomi a chiamare Mattioli e chi invece fa notare che una mossa di questo tipo, da parte di chi è «avanti», non avrebbe avuto senso. In ogni caso sembra che i due, dopo lo scambio di idee, vadano avanti entrambi: Bonomi si è appellato all'unità dell'associazione, proponendo una candidatura unica; ma Mattioli si è detta decisa a provarci fino in fondo, forte del sostegno di pedine associative di peso, quali la sua Torino (dove Confindustria ha appena festeggiato 110 anni), il Piemonte e grossi settori produttivi. Bonomi ha comunque dalla sua i tre requisiti ritenuti necessari per andare avanti: avere il sostegno del proprio territorio, della propria Regione e di Assolombarda, primo «azionista» di Confindustria. E intorno a questo nucleo lombardo, si è facilmente aggregato il territorio del nuovo triangolo economico italiano, che ha i suoi altri vertici nell'est del Veneto e nel sud dell'Emilia Romagna. È il Nord ad «alta velocità» che intende riprendersi Viale dell'Astronomia per rilanciarne la rappresentanza. E non è un caso che su Bonomi convergano anche pezzi grossi del Lazio, territorio chiave della parte bassa dello stivale Confindustriale.

Sul capo di Assolombarda e su un nuovo corso per Confindustria sembrano schierati anche i «pubblici», i grandi gruppi come Eni, Enel, Poste, che nelle ultime elezioni sono risultati decisivi. Ma che quest'anno, coincidenza rara, hanno prima di tutto da pensare alla propria riconferma, essendo tutti in scadenza triennale. Un motivo in più per non andare a cercarsi guai.

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