Doveva essere la prima Borsa americana ad essere venduta ai cinesi. E invece la Sec, l'equivalente Usa della Consob, ha bloccato la cessione del Chicago Stock Exchange a un gruppo di investitori capitanato dal Chongqing Casin Enterprise Group. L'intesa è stata stoppata per mancanza di trasparenza e di dettagli: per esempio, non è possibile identificare chi controllerebbe di fatto la gestione del listino.
Della cordata cinese fa parte anche il presidente della As Roma, il finanziere americano, James Pallotta. La Sec ha votato ieri contro l'acquisizione, dopo averla sospesa questa estate, in seguito a una lettera del repubblicano Robert Pittenger, che esprimeva preoccupazione per la sicurezza nazionale. L'accordo è stato rifiutato per il timore che fosse in conflitto con le regole che regolano gli scambi. In teoria c'è la possibilità di ricorrere in appello contro la decisione della Vigilanza Usa. Quando l'operazione è stata annunciata, nel 2016, la prospettiva di una proprietà cinese della Borsa di Chicago, aveva scatenato un'ampia opposizione politica. Il presidente Donald Trump, quando ancora era solo uno dei candidati repubblicani in corsa verso la Casa Bianca, in campagna elettorale disse: «La Cina ha comprato il Chicago Stock Exchange. Si stanno prendendo la nostra ricchezza».
Inizialmente lo staff della Sec aveva dato il via libera alla compravendita per però poi mettere la decisione in stand-by lo scorso agosto per un'ulteriore analisi, voluta dal suo presidente Jay Clayton (repubblicano scelto da Trump).Fondata nel 1882, la Borsa di Chicago è tra le più vecchie degli Stati Uniti ma anche la più piccola.
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