Borsa, ecco i titoli difensivi in caso di tempesta sui dazi

Da Enel a Ferrari, passando per Terna, Snam e A2A. Le società con più anticorpi per resistere alle tariffe

Borsa, ecco i titoli difensivi in caso di tempesta sui dazi
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La trattativa tra Unione europea e Stati Uniti sta continuando in modo serrato in vista della scadenza del primo agosto, una data che il segretario al commercio Usa Howard Lutnick ieri ha definito "vincolante, ma niente impedisce ai Paesi di venire a parlare con noi anche dopo l'1 agosto". Tuttavia, ha detto di essere "fiducioso per un accordo". Nel frattempo, scrive Bloomberg, la Ue sta lavorando anche a un piano di ritorsioni e avrebbe in programma un incontro già questa settimana. Sul tavolo ci sono già due pacchetti di contro-dazi da 21 e 72 miliardi, mentre crescono i Paesi che vorrebbero in campo il meccanismo anti-coercizione.

Le Borse, finora incuranti delle sparate del presidente Donald Trump, potrebbero subire scossoni qualora si consumasse una rottura dei negoziati. A Piazza Affari, gli investitori guardano già ai titoli più difensivi. Tenendo presente che, in caso di guerra commerciale, nessun titolo verrebbe del tutto risparmiato, ce ne sono alcuni nel paniere principale Ftse Mib che hanno caratteristiche preziose. Per esempio, Ferrari che, anche se toccata dai dazi statunitensi sull'auto, si rivolge a un pubblico alto spendente che difficilmente si farebbe scoraggiare anche da dazi al 30%. A pensarlo sono diversi analisti, che posizionano il Cavallino nell'alta gamma del lusso. Non a caso il titolo è in crescita da inizio anno. L'ad Benedetto Vigna ha detto di recente di avere pronto un piano di contromisure nel caso lo scenario subisse un peggioramento. Diverso è per l'automotive vero e proprio dove invece Stellantis - pur producendo in parte negli Usa - anche a causa dell'incertezza sui dazi è ad oggi il titolo peggiore del paniere principale da inizio anno: -37,1 per cento.

Un altro titolo con caratteristiche potenzialmente anti-dazi è Enel, non solo perché il settore delle utility è storicamente considerato difensivo nei periodi di turbolenza sui mercati, ma anche perché la multinazionale guidata da Flavio Cattaneo ha una forte presenza negli Stati Uniti soprattutto nel comparto delle rinnovabili con Enel Green Power e questo dovrebbe renderla meno esposta alle barriere tariffarie. Anche se potrebbe essere in parte penalizzata dal taglio degli incentivi alle rinnovabili dell'amministrazione Trump.

Altre aziende potrebbero rivelarsi meno sensibili in caso di scenario avverso. "I titoli più colpiti dalle tariffe sono quelli del settore automotive, chimica, farmaceutica, moda e agroalimentare", spiega Fabrizio Barini, senior banker di Integrae Sim, "mentre quelli meno impattati sono le utility e l'energia, in particolare quelli con business regolati. Queste società sono più resistenti ai crolli perché sarebbero colpite indirettamente solo da un calo del Pil e dei consumi energetici, ma questo non avverrebbe direttamente per l'entrata in vigore dei dazi che rallenterebbero la crescita dell'economia con il tempo e non nell'immediato. Per esempio, rientrano in questo ambito titoli come Snam, Terna, Italgas, A2a ed Hera".

Sembra essere ben posizionato anche il settore delle telecomunicazioni, anch'esso operante in prevalenza nel settore domestico: "Anche le telco sono poco impattate. Tim, infatti, è una società che non vive di esportazioni e all'estero opera solo in Sud America. Un altro titolo interessante in questo comparto è quello di Inwit".

Quest'ultimo, infatti, è il principale operatore italiano di torri per le telecomunicazioni e ha il suo focus operativo proprio sul mercato italiano. Infine, il contesto di tensioni geopolitiche che non accenna a stemperarsi ha reso particolarmente dinamici i titoli della difesa, con Iveco e Leonardo tra i migliori del Ftse Mib da inizio anno.

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