La maggior parte delle automobili prodotte in Cina avranno freni italiani, quelli firmati dalla Brembo di Alberto Bombassei, che ha fatto coincidere linaugurazione del nuovo polo industriale con il Salone dellauto di Pechino, rassegna ormai entrata nella «top five» mondiale. Lo stabilimento voluto da Bombassei sorge a Nanchino e servirà, per le loro auto e veicoli commerciali, costruttori europei e asiatici. Tra i clienti figurano Bmw, Daimler, Volkswagen, Volvo, Iveco, Mg e Mitsubishi. Settanta i milioni investiti dallazienda, e posto di lavoro per 850 persone che diventeranno un migliaio a regime; 6 milioni i «dischi» che saranno sfornato ogni anno.
Limpianto comprende anche un centro di ricerca e sviluppo in grado di eseguire simulazioni e test completi. «Non è una delocalizzazione - ha subito precisato Bombassei - come non lo è mai stato nella nostra tradizione. Da 20 anni facciamo investimenti nuovi allestero come internazionalizzazione, finalizzati a dare risposte a un mercato, o esistente o che sta nascendo. In questo caso siamo già presenti in Cina da 10 anni, ma avevamo cominciato un po in sordina».
Brembo è sbarcata con una joint venture a Nanchino nel 2001 sulla scia di Naveco, la società della Iveco per la produzione di veicoli industriali. «Siamo pronti - ha spiegato Bombassei - a essere partner delle case automobilistiche cinesi, perché stanno investendo su nuove vetture e hanno bisogno di prodotti tecnologici. Per noi essere qui è un obbligo, una necessità».
Presente, tra le autorità, lambasciatore in Cina, Attilio Massimo Iannucci: «LItalia - ha sottolineato - festeggia il consolidamento della sua presenza industriale in questo Paese grazie alle scelte oculate di una delle aziende per le quali ci si può giustamente vantare di essere italiani».
Alberto Bombassei è in Brembo sin dalla fondazione, nel 1961, quando il padre Emilio e Italo Breda diedero vita alle Officine Meccaniche di Sombreno, nel Bergamasco. Lazienda, che nel 2011 ha festeggiato il cinquantenario, è diventata leader nel mondo dei sistemi frenanti. E oggi, con i suoi 6mila dipendenti dei quali il 10% è costituito da ingegneri e specialisti di prodotto, è una vera multinazionale che opera in tre Continenti e dispone di siti produttivi in dodici Paesi.
Nel 2011 il gruppo bergamasco ha realizzato ricavi per 1,245 miliardi (+16,7%) e un utile netto che sfiora i 43 milioni (+33,1%). Lassemblea degli azionisti ha deliberato, lo scorso 20 aprile, la distribuzione di un dividendo lordo di 0,30 euro.
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