Nella prima seduta della settimana le Borse del Vecchio Continente vanno nel panico. Quando mancano appena dieci giorni del referendum sulla Brexit, si apre col segno negativo una ettimana cruciale per gli investitori. A terrorizzare gli investire i mercati aumenta il fronte di chi è favorevole all'uscita dall'Unione europea. "Potrebbe essere l'inizio della distruzione non solo dell'Unione Europea, ma di tutta la civiltà politica dell'Occidente", ha tuonato il presidente del consiglio europeo Donald Tusk spiegando, in una intervista alla Bild, che il sì al referendum "sarebbe una battuta d'arresto non solo economica, ma soprattutto geopolitica per la Gran Bretagna".
Dopo la pesante chiusura di Tokyo (Nikkei -3,51%), i mercati europei aprono la settimana in territorio negativo. Dopo aver perso oltre il 3%, con le banche e i servizi finanziari sempre nel mirino, Piazza Affari è la maglia nera delle Borse continentali con una flessione del 2,91% a 16.621,87 punti. Parigi lascia sul terreno l'1,85% a 4.227,02 punti, Francoforte arretra dell'1,8% a 9.657,44 punti e Londra segna un -1,16% a 6.044,97 punti. Sono gli effetti di un timore generalizzato per l'esito del referendum sulla Brexit che potrebbe mettere in discussione la permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea. Prosegue, infatti, la fuga degli investitori dagli asset ritenuti più rischiosi a cominciare dall'azionario dei Paesi periferici dell'Europa, dai titoli bancari e dalla sterlina. Il Sunday Times ha pubblicato un nuovo sondaggio, realizzato dall'istituto YouGov, secondo cui sarebbero in vantaggio di poco i favorevoli alla Brexit con il 43% contro il 42% favorevoli a una permanenza all'interno del blocco europeo. Tanto che i bookmakers che sembrano alimentare le chances del partito del leave.
Tra le blue chip di piazza Affari Unicredit, che ha perso il 5,29%, Intesa Sanpaolo (-5,89%), Mediobanca (-4,9%), Mps (-9,14%), Banco Popolare e Bpm in calo rispettivamente del 10,08 e del 9,9 per cento. Tra gli altri finanziari sprofondano Generali (-3,25%) e Mediolanum (-6,53%. Negativi anche gli energetici con il prezzo del Brent che è sceso sotto i 50 dollari al barile: Enel -1,61%, Eni -2,32%, Saipem è scivolata del 6,14%. Telecom Italia ha lasciato il 3,71%, mentre per quanto riguarda gli industriali principali, Ferrari a -2,3%, Fiat Chrysler -2,78%, Finmeccanica ha limato giusto lo 0,11%.
Sul resto del listino, in controtendenza Rcs che ha guadagnato l'1,36% chiudendo a quota 0,7830 euro nel giorno in cui è iniziata l'offerta pubblica di scambio promossa da Cairo Communcation (-5,56%) che, agli attuali corsi di Borsa, valorizza il gruppo che edita il Corsera 0,52 euro circa ad azione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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