Oltre 22 miliardi di raccolta: il Btp Italia segna un «record assoluto in Europa per un collocamento diretto sul pubblico retail e record storico per contratti e controvalore in una singola giornata (5 novembre) sul Mot», il mercato obbligazionario telematico di Piazza Affari. Così Borsa Italiana commenta i risultati del collocamento, chiuso ieri, del titolo di Stato indicizzato all'inflazione italiana e giunto alla quinta emissione.
Il nuovo titolo, comunica il ministero dell'Economia, ha godimento dal 12 novembre 2013 e scadenza il 12 novembre 2017: il tasso cedolare (reale) annuo definitivo è fissato al 2,15%, pagato in due cedole semestrali. A questo va poi sommato il tasso d'inflazione in Italia (esclusa la componente alcol e tabacchi), più il premio fedeltà del 4 per mille per chi tiene i titoli fino alla scadenza naturale.
Ma quali sono le ragioni del successo del nuovo titolo, in un momento in cui l'inflazione alle stelle appare il più remoto dei rischi e casomai si profila lo spettro della deflazione? «Gli italiani sono passati da Bot people a Btp Italia dipendenti - commenta Angelo Drusiani, esperto in campo obbligazionario -. Probabilmente si tratta di un aspetto legato alla storia del nostro Paese, caratterizzata dall'inflazione elevata. Da qui, la convinzione di molti che comunque, l'inflazione italiana è superiore a quella di altri Paesi dell'area euro. E magari la scommessa che, in quattro anni, anche l'Italia uscirà dalla crisi e il costo della vita riprenderà a salire».
Un successo targato Italia, ma non solo: pensato per famiglie e risparmiatori, il Btp Italia in realtà ha raccolto consensi anche fra gli investitori istituzionali, tra cui molti stranieri. Evidentemente, il Paese viene considerato solvibile: non a caso, la meno gettonata fra tutte le emissioni di Btp Italia, con meno di 2 miliardi raccolti, è stata quella del giugno 2012, a causa dell'instabilità politica del momento. E i 22,3 miliardi di euro raccolti in questi giorni alleggeriscono significativamente il peso delle aste da qui a fine anno. In particolare, è molto probabile che il ministero dell'Economia tagli le aste di metà dicembre, come del resto è già accaduto anche in passato. L'obiettivo 2013 è infatti fissato a 470 miliardi: dopo il boom del Btp Italia, rimarrebbero ancora da finanziare soltanto 25 miliardi di euro.
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