Economia

Come cambierà la busta paga da gennaio

La domanda per l'Assegno unico universale dovrà essere fatta all'Inps e i versamenti saranno direttamente in busta paga

Come cambierà la busta paga da gennaio

Il premier Mario Draghi l'ha definita una "riforma epocale" e dal parlamento la misura era stata approvata con voto unanime; l'Assegno unico universale è, oramai, in dirittura d'arrivo con l'avvio previsto, ufficialmente, per gennaio prossimo ma che desta qualche "preoccupazione" per la fase di transizione tra il vecchio sistema delle detrazioni fiscali e assegni al nucleo familiare ed il nuovo modello che andrà ad incidere direttamente sulla basta paga del richiedente.

Il Governo, pertanto, starebbe studiando una sorta di passaggio morbido inserendo, nel decreto legislativo che attua la legge delega 46/2021, delle fasi che potrebbero essere discusse già nel Consiglio dei ministri di questa settimana.

Caf ed esperti contabili richiamano all'attenzione l'esecutivo già da qualche mese essendo preoccupati che il riordino delle misure a sostegno delle famiglie possa causare più di qualche "grattacapo" quanto meno nelle fasi iniziali; inoltre la gestione della transizione non sarà facile considerando che l'Assegno unico coinvolgerà le nove milioni di famiglie con figli minori a carico fino a 21 anni.

La ministra per la Famiglia Bonetti ha più volte rassicurato che non ci saranno problemi anche se qualche "grattacapo" resta, tra cui il dibattito sulla possibilità che l'Assegno unico sia fruibile anche da parte dei lavoratori autonomi e delle partite Iva; al momento, però, è sulle buste paga che si va ad incidere attraverso risorse a copertura che p "incrementato di 6.000 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022", come si legge nella nota di Palazzo Chigi.

Ad ogni modo l'Assegno unico cambierà radicalmente il concetto di detrazioni; secondo quanto previsto dalla misura – di cui abbiamo parlato in un precedente articolo de IlGiornale.It - la richiesta dovrà essere fatta all'Inps a partire da gennaio ma l'erogazione arriverà direttamente in busta paga con importi stabiliti in relazione all'Isee del richiedente; si tratterà di circa 175-180 euro a figlio (che arrivano a 250 dal terzo figlio in poi) per le famiglie con Isee inferiore ai 15mila euro, importi che scendono progressivamente fino a 40-50 euro a figlio se l'Indicatore della situazione economica equivalente è superiore ai 40mila euro.

La busta paga, pertanto, sarà totalmente diversa per gli interessati, considerando che le voci riguardanti i sostituti di imposta su cui ogni mese vengono applicate le detrazioni fiscali per i figli a carico, integrate con gli assegni al nucleo familiare (Anf), saranno sostituiti, sempre a partire da gennaio 2022, dal nuovo Assegno unico.

Da qui nasce la preoccupazione che i primi tempi possano essere "impattanti" in quanto alcuni redditi potrebbero trovarsi meno soldi in virtù dell'eliminazione delle voci riportate sopra: "È plausibile che i beneficiari ricevano il nuovo sussidio con diversi mesi di ritardo - ha dichiarato Paola Mancini della Fondazione nazionale Consulenti del lavoro, come riportato su un articolo de IlSole24Ore - Oggi detrazioni e Anf vengono erogati direttamente in busta paga dal datore di lavoro, il quale provvede poi al recupero, con un meccanismo che consente al dipendente di fruirne immediatamente. In futuro, l'ente erogatore sarà l'Inps che rischia di non riuscire a corrispondere le somme in tempi rapidi, anche perché necessita prima dell'Isee".

"In base alle ultime simulazioni del ministero delle Finanze - conclude l'esperta - il passaggio alla nuova misura dovrebbe risultare penalizzante per un numero ridotto di famiglie rispetto agli aiuti attualmente percepiti: a rischiare di "perderci" sarebbero poco meno di 200mila nuclei e in questi casi, comunque, è prevista l'applicazione di una maggiorazione compensativa parziale che, per un certo periodo, verrà aggiunta all'assegno allo scopo di rimborsare la differenza".

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