Caldaie e scaldabagni: cambia tutto sui consumi dal 26 settembre

Caldaie e scaldabagni tradizionali addio, dal prossimo 26 settembre in Europa parte una vera e propria eco-rivoluzione

Caldaie e scaldabagni: cambia tutto sui consumi dal 26 settembre

Caldaie e scaldabagni tradizionali addio, dal prossimo 26 settembre in Europa parte una vera e propria eco-rivoluzione. A lanciarla sono le regole Ue che introducono nuovi standard di efficienza energetica ed etichette sui consumi per questi apparecchi, come già successo per frigoriferi e televisori. Largo quindi a caldaie a condensazione, pompe di calore, sistemi ibridi, stop graduale invece per la vendita di apparecchiature tradizionali, una volta terminato lo stock nei magazzini. "Drastico taglio delle emissioni globali e locali, minore import di gas, risparmi importanti nelle bollette delle famiglie ed un mercato più interessante per i produttori italiani di caldaie che hanno investito in innovazione e sviluppo: era ora" afferma Davide Sabbadin di Legambiente.

"Queste nuove misure faranno risparmiare ai consumatori europei l’equivalente di 47 centrali nucleari come quella di Fukushima da qui al 2020» aggiunge Stephane Arditi dello European Environmental Bureau, l’associazione ambientalista che riunisce 140 organizzazioni in Europa. Secondo le stime di EEB grazie alle nuove regole l’Ue eviterà di consumare ogni anno 56 milioni di tonnellate di petrolio e arriverà a creare 238mila nuovi posti di lavoro. Anche per l’industria del settore quella del 26 settembre rappresenta di fatto «una svolta epocale, perchè si andrà verso soluzioni che attualmente non sono diffuse, visto che il 60% delle caldaie vendute in Italia sono ancora di tipo convenzionale" sottolinea Federico Musazzi, segretario di Assotermica, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici. In termini di consumi, "una caldaia a condensazione, rispetto a quelle tradizionali, fornisce un risparmio energetico del 25%-30%, oltre a dimezzare le emissioni nocive» spiega
Musazzi.

"Chiaramente, tanto più una famiglia consuma energia per produrre acqua calda, tanto più il ritorno dell’investimento sarà veloce" precisa il segretario di Assotermica. Certo, non è un mistero il fatto che le caldaie più efficienti siano anche quelle più costose. In Italia però sono in vigore degli sgravi fiscali del 65%, almeno fino alla fine dell’anno, per le caldaie a condensazione e scalda-acqua a pompa di calore. Secondo Musazzi "contando sugli incentivi, nel giro di cinque-sei anni si recupera l’investimento". Per l’Unione europea questa normativa ’eco-design’ rappresenta un tassello del piano per combattere i cambiamenti climatici. Un’emergenza ambientale che si lega a doppio filo anche a quella dei flussi migratori, attualmente in cima all’agenda europea.

A sottolinearlo è Pieter Liese, eurodeputato tedesco del Ppe, secondo cui «tagliare i consumi di energia è cruciale per ridurre le emissioni di gas serra» e «se non agiamo, i rifugiati ’climaticì saranno una delle nostre principali sfide in futuro".

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