Camfin, via libera al bond ma sarà con lo sconto

Camfin, via libera al bond ma sarà con lo sconto

Via libera del cda di Camfin al bond convertibile in azioni Pirelli fino a 150 milioni di euro. La riunione è durata fino a tarda sera e i Malacalza hanno abbandonato la riunione in polemica dopo aver votato contro. Per Tronchetti è una vittoria, anche se alla fine la decisione fatidica è stata presa con qualche modifica rispetto alle previsioni iniziali: da settimane l'emissione convertibile in azioni Pirelli era impostata sulla base di 170 milioni di euro e su quei valori hanno lavorato fino a ieri i lead manager Banca Imi e Unicredit. Quei 170 milioni della «discordia» (tra il presidente Marco Tronchetti Provera e Vittorio Malacalza) avrebbero consentito il rimborso di 132,4 milioni di debito bancario in scadenza a dicembre e il recupero di 37,6 milioni di liquidità. Una cifra che sarebbe stata comunque inferiore alla soglia dei 40 milioni di euro, limite che avrebbe consentito alla famiglia genovese di opporsi all'operazione sulla base di quanto prevede il patto di sindacato che li lega in Camfin (e che da gennaio prossimo si potrà disdettare).
Alla fine si è comunque stabilito di mantenersi su un valore più basso. Anche perché i Malacalza, assistiti dallo Studio Bonelli Erede Pappalardo, da tempo sostenevano che l'indebitamento con l'emissione di un convertibile di quella taglia sarebbe comunque aumentato di un importo superiore a 40 milioni. Il conto elaborato dagli imprenditori genovesi comprende infatti l'aumento di capitale che sarà necessario per immettere nuova linfa in Prelios (vedi articolo sotto). Al patto di sindacato che governa il gruppo real estate è chiesta un'iniezione di 25 milioni, ma Camfin che ha il 14,8% sui 21,3 dell'accordo parasociale potrebbe toccare un esborso prossimo ai 20 milioni. Ecco perché la prudenza potrebbe aver suggerito di ridurre di un uguale importo l'emissione obbligazionaria. La parte eccedente il rimborso delle linee di credito, conferma la nota ufficiale, servirà a «sostenere interventi di natura finanziaria a favore di Prelios». In caso di successo di un eventuale ricorso, per la holding di Tronchetti Provera avrebbe potuto aprirsi un vuoto difficilmente colmabile e del quale gli stessi Malacalza avrebbero potuto approfittare. Ma da ieri sera tutto sarà più difficile. «La riunione va avanti ma noi andiamo via», ha detto Davide Malacalza abbandonando insieme a Vittorio il cda.

Scelta polemica dopo la guerra di carte bollate cominciate nella scorsa estate con la richiesta di un aumento di capitale che avrebbe potuto spalancare alla fazione genovese il controllo di Pirelli. Tronchetti Provera dovrà ora consolidare l'azionariato Camfin. Se i Malacalza concentreranno i loro sforzi sulla Bicocca, la ricerca di un alleato (come la Investindustrial di Bonomi) sarà fondamentale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica