Carige finisce in Procura Nodo sulle nuove nomine

Alla vigilia del rinnovo dei vertici di Banca Carige a investire gli equilibri politici a Genova è un doppio tsunami: la mina giudiziaria e l'affondo di Bankitalia che chiede, nelle prossime nomine, un segno di «discontinuità» dalla gestione passata. Un doppio durissimo colpo alla gestione pluriventennale di Giovanni Berneschi, ormai fuori dai giochi, che si sta allargando a macchia d'olio all'intero consiglio di amministrazione dell'istituto. Tanto che Piergiorgio Alberti, il candidato espresso dalla Fondazione guidata da Flavio Repetto (fino a oggi dato sostituto certo di Berneschi), potrebbe finire sull'altare sacrificale insieme al suo presidente.
Di ora in ora, infatti, perde credibilità il ticket Alberti-Repetto, dato per favorito per la presidenza e la vicepresidenza di Banca Carige. Entrambi, infatti, dovrebbero far parte della lista che la Fondazione stilerà domani per il nuovo cda, ma non per assumere un ruolo di vertice. Sembra, infatti, che l'ipotesi più credibile sia che a Genova sbarchi una figura terza lontana dai giochi liguri. Si ripeterebbe, così, lo schema che nelle scorse settimane ha portato Antonella Mansi alla guida di Fondazione Mps. Al ribaltone in scena per i vertici si contrappone la decisione presa dai soci privati (rappresentano il 6%) che ieri, ignorando le indicazioni di Bankitalia, hanno presentato le quattro nomine di loro competenza riproponendo tre nomi del vecchio cda: Remo Angelo Checconi, Luca Bonsignore e Lorenzo Roffinella. Nuova solo la scelta di Lucia Venuti.
A complicare la saga Carige, ieri, è scesa in campo anche la Procura. È emerso che sul tavolo dei pm di Genova sono arrivati 4 esposti anonimi relativi alla gestione dell'istituto. I magistrati hanno aperto, quindi, diversi fascicoli, iscritti nel registro anonimi, per verificare la fondatezza delle accuse e i mittenti delle lettere. Le accuse, secondo il procuratore capo Michele Di Lecce, sono molto generiche e riguardano la presunta mala gestione della banca, con riferimento al settore delle assicurazioni e dei prestiti. «Avevamo contatti con Bankitalia prima delle ispezioni alla Carige. Attendiamo la loro relazione, che giungerà qualora i loro uffici ravvisino profili di interesse dell'autorità giudiziaria e non solo amministrativi» ha commentato il procuratore Di Lecce. A chiudere il quadro, infine, è intervenuta anche Fitch facendo pressing sulla governance della banca.

L'agenzia si attende dalle banche italiane, in particolare dalle popolari e da quelle in mano a fondazioni bancarie, passi avanti sulla governance «per migliorare la trasparenza, ridurre i conflitti di interesse e rimuovere gli ostacoli al rafforzamento patrimoniale». Oltre a Carige, Fitch ha citato anche il caso Bpm.

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