Economia

Il caro bollette "accende" i profitti dei big dell'energia

Gli analisti stimano un extra-utile fino al 40%, occhi su Enel e Eni. Il vantaggio dell'idroelettrico

Il caro bollette "accende" i profitti dei big energetici

Petrolio e gas continuano la corsa e il settore energy vola in Piazza Affari. Gli investitori annusano l'affare e iniziano a posizionarsi sui principali titoli del settore. D'altra parte, conti alla mano, nel primo trimestre del 2022 sono attesi utili generosi. «I profitti societari, a marzo (primo appuntamento con i conti di bilancio del 2022 ndr), potrebbero segnare un rialzo medio del 30-40%», stimano alcuni analisti. «Una corsa spiegano che sarà cavalcata da chi produce energia da fonti rinnovabili, e in particolare con una quota significativa di idroelettrico. «Una ideale classifica dei maggiori beneficiari del caro-energia - spiega a il Giornale Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia - vede in testa Enel, seguita da Edison, Erg Renew, A2a, Alerion e Iren». Si tratta di società che producono tutte energia a un costo molto più basso di quello di vendita grazie agli sviluppi messi in atto in questi anni con la transizione energetica e dal contingente (ma imprevisto) rialzo dei prezzi. Basti pensare esemplifica Tabarelli che chi produce da idroelettrico «paga 5 euro a megawatt/ora e che il prezzo di vendita a dicembre per megawatt/ora è stato di 240 euro». Non solo le utility e gli energetici saranno però tra le regine di Piazza Affari nel 2022. Tabarelli incorona anche Eni che, con i prezzi del petrolio e del gas avrà importanti guadagni. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi non produce infatti elettricità e non ha una produzione da rinnovabili. Ma il petrolio ha messo a segno nuovi rialzi tra le materie prime, salendo ieri di circa un punto percentuale, con il Wti che si è attestato a 76,33 dollari al barile e il Brent in area 78,5 dollari. Bene anche il gas naturale che ha segnato un rialzo dello 0,60%.

Un trend che continuerà nella prima parte del 2022. Le tariffe del gas sono decise ogni trimestre dall'Arera, sulla base dei prezzi internazionali. «Nel trimestre ottobre-dicembre 2021, la tariffa Arera è stata 0,95 euro al metro cubo. Ma dato l'andamento dei mercati internazionali, senza un intervento dello Stato per calmierare, nel trimestre gennaio-marzo 2022 si arriverà a 1,40 euro», prosegue il presidente di Nomisma Energia che, a proposito delle contromosse allo studio del governo, esclude «che vengano messe in atto misure simili alla Robin Tax del 2008 per ragioni costituzionali, ma anche di opportunità visto che, per esempio, Enel ed Eni sono partecipate dal Tesoro».

Dal 2023 gli esperti si attendono un mercato con prezzi dimezzati rispetto a quelli attuali. Ma «c'è un problema strutturale di fondo di un enorme squilibrio tra domanda e offerta che non è stato mai risolto: ce lo portiamo dietro dagli anni '70 ed ora, anche se stiamo puntando tutto sulla transizione, continuiamo a dipendere completamente dai fossili, petrolio in primis». In questo contesto ieri in Piazza Affari acquisti su Enel (+1,5%), A2a (+2,1%) ed Iren (+1,8%); bene anche Eni (+0,9%).

Nel gruppo guidato da Francesco Starace è entrato con il 5% del capitale il fondo americano Capital Group.

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