Economia

Quella carta in mano a Draghi per sconfiggere la deflazione

Ora che l’Eurozona è ufficialmente in deflazione, il quantitave easing appare sempre più vicino. E ai mercati non resta che appellarsi a Draghi

Quella carta in mano a Draghi per sconfiggere la deflazione

A dicembre la crisi continua a picchiare duro. Nell'Unione europea è deflazione con l’Eurostat che stima il tasso annuo di inflazione a -0,2%, in calo rispetto all’incremento dello 0,3% a novembre. Non va molto meglio in Italia dove la domanda interna è, infatti, ai minimi storici e si assiste a un netto calo del potere di acquisto. Le stime preliminari dell’Istat mostrano una variazione nulla sia rispetto al mese precedente sia nei confronti di dicembre 2013 (il tasso tendenziale era +0,2% a novembre). Adesso la Banca centrale europea sarebbe già pronta ad adottare nuove misure per favorire una ripresa dei prezzi.

Ora che l’Eurozona è ufficialmente in deflazione, il quantitave easing appare sempre più vicino. Secondo l'Eurostat la deflazione sarebbe dovuta alla flessione dell'energia (-6,3% rispetto a +2,6% di novembre), mentre sono rimasti sostanzialmente stabili cibo, alcol e tabacco (+0% rispetto a +0,5%) e i beni industriali non energetici (0% rispetto a -0,1% del mese precedente). L’unico incremento dei prezzi è attesto nei servizi, stabili a +1,2%. Tornando all’Italia, i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, il cosiddetto "carrello della spesa", diminuiscono dello 0,3% su base mensile e dello 0,5% su base annua (era +0,2% a novembre). Inoltre, il tasso di inflazione medio annuo per il 2014 viene stimato a +0,2%, in rallentamento di un punto percentuale rispetto al 2013 (+1,2%). "Il calo dei prezzi al consumo dell'Eurozona in territorio negativo potrebbe annunciare l'inizio di una lunga e dannosa lotta alla deflazione", spiega a Milano Finanza l'esperto di Capital Economics, Jonathan Loynes, sottolineando che anche l'inflazione alimentare è calata mentre quella core è salita a +0,8%. In assenza di un rimbalzo delle quotazioni del petrolio, secondo Loynes, gli effetti sul comparto energetico potrebbero spingere l'indice ulteriormente al ribasso verso -1% nei primi mesi dell'anno. Pertanto, le aspettative di un quantitative easing anche nell'area euro si fanno sempre più concrete.

A fronte dei dati pibblicati oggi dall'Eurostat, la Commissione europea resta convinta di un imminente recupero. Per la portavoce Annika Breidthardt, infatti, "un segno negativo provvisorio" del dato sull’andamento dei prezzi europei è "diverso da una chiara deflazione". I numeri dicono tutt'altro. Secondo Andrea Pignagnoli, analista economico di Euler Hermes sentito da Radiocor, la deflazione è "amplificata dalla debolezza della domanda", ma potrebbe rivelarsi anche "una formidabile spinta insieme all’auspicato quantative easing della Bce e a un euro più competitivo, che può scendere più in basso, per la nostra economia e per quella europea". "Questa situazione - continua - comporta meno costi e più redditività per le aziende, soprattutto per quelle votate all’export, anche se nel corso nel 2015 il petrolio tornerà sugli 80 dollari". Ma c’è anche il fenomeno del reshoring.

"Il riaggiustamento dei prezzi delle diverse economie dovrebbe - sostiene - contribuire a favorire il rientro in patria delle imprese dai Paesi a basso costo".

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