Cdp blinda Bono e Fincantieri scatta in Borsa: +7%

Palermo: «Con questo ad il gruppo è diventato una realtà internazionale»

Sofia Fraschini

Per Giuseppe Bono, boiardo di Stato, dal 2002 amministratore delegato di Fincantieri, arriva l'endorsement di Fabrizio Palermo, numero uno della Cdp, azionista di maggioranza del colosso della cantieristica navale con il 71,6% del capitale. Una sorta di blindatura per il manager che, nelle ultime settimane, è finito nel mirino delle speculazioni politiche in vista del rinnovo dei vertici del gruppo, al centro di un rimpasto con altre controllate di Stato (come Snam, Italgas, Sace). «Fincantieri è una realtà importante del Paese su cui ho avuto l'onore di lavorare contribuendo, con Giuseppe Bono, a svilupparla e trasformarla in un gruppo internazionale», ha dichiarato ieri Palermo mettendo una parola quasi definitiva alle polemiche che vedevano contrapposti i due vicepremier, Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (M5s), il primo a favore di Bono e il secondo più propenso a un cambiamento. «La preoccupazione è garantire lo sviluppo e il giusto percorso di crescita dell'azienda che ricordo essere anche una importante realtà internazionale, ma anche una importante realtà che dà lavoro a tante persone in Italia», ha concluso Palermo. Parole che hanno rassicurato il mercato: il titolo ha guadagnato il 6,87% a 1,26 euro dopo il +15% di martedì. D'altra parte la gestione Bono si presenta all'assemblea dell'8 aprile, quando saranno ufficialmente confermati i vertici, con risultati positivi: il 2018 si è chiuso con un utile consolidato di 69 milioni, dai 53 milioni dell'anno prima, e i ricavi hanno raggiunto i 5,5 miliardi (+9%).

A questo punto, dunque, la riconferma di Bono pare scontata (sarebbe il quinto mandato). La partita tra le parti non è però del tutto chiusa: all'orizzonte potrebbe anche profilarsi un ridimensionamento delle deleghe in favore di un nuovo presidente (attualmente è Gianpiero Massolo e si fa il nome di Paolo Simioni, presidente e dg di Atac, come successore). Negli ambienti romani c'è comunque chi dice che difficilmente un manager della levatura di Bono accetterebbe un incarico «indebolito». Il manager 75enne sa, infatti, come muoversi e ha incassato nei giorni scorsi l'appoggio di tutti i sindacati: grazie a Bono, Fincantieri è tornata all'utile (nel 2016), si è quotata in Borsa ed è tra i leader europei della cantieristica. È inoltre in pista per la ricostruzione del Ponte Morandi e deve chiudere l'affare Stx France per il quale c'è una delicata disputa con il governo francese.

Tutti aspetti che

sarebbero stati al centro dell'incontro avvenuto ieri al Mef tra Palermo e il ministro dell'Economia Giovanni Tria servito per fare il punto sulle nomine delle controllate di Cdp in vista delle liste da presentare il 6 marzo.

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