La decisione di Donald Trump di non procrastinare l'esenzione dalle sanzioni per chi acquista petrolio dall'Iran, rischia di aprire un nuovo fronte di scontro con la Cina. Pechino ha fatto subito sapere di essere «fortemente contraria» alla mossa effettuata da Washington in un momento delicato, con le parti ancora impegnate a trovare un accordo che ponga fine alla guerra commerciale. Il Dragone si aspettava di veder rinnovata la sospensione di sei mesi dalle sanzioni, un gesto di apertura di cui avevano finora goduto altri sei Paesi, tra cui l'Italia.
L'impossibilità di acquistare greggio da Teheran priva, almeno sulla carta, l'ex Celeste Impero di uno dei principali fornitori di oro nero. Lo scorso anno le importazioni totali dalla nazione degli ayatollah hanno sfiorato i 30 milioni di tonnellate, ovvero circa 585.400 barili al giorno. «L'Arabia Saudita e altri membri dell'Opec faranno ben più che compensare la differenza di flusso di petrolio», ha twettato Trump. L'intento è quello di rassicurare il mercato sulla capacità di mantenere un'offerta, e anche se Riad e gli Emirati sono in grado di alzare l'output di 1,5 milioni di barili al giorno in breve tempo, le quotazioni di Wti (66,28 dollari, +1,1%), Brent (74,4 dollari, 0,5%) e dei titoli energetici in Italia (Tenaris +3,4%, Saipem +2,9% ed Eni +2,4%). esprimevano la preoccupazione per una possibile carenza di offerta derivante dal venir meno di 700-900mila barili al giorno provenienti dall'Iran.
Gli analisti sono convinti che il governo di Pechino non si assoggetterà al diktat Usa e continuerà a comprare greggio iraniano. «La Cina non può e non vuole fare marcia indietro - spiega Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime di Seb - : potremmo vedere un aumento dell'import cinese di petrolio dall'Iran fino a 1 milione di barili al giorno». Un atto di sfida, tale da inasprire la guerra a colpi di dazi in atto con gli Stati Uniti, che potrebbe non restare isolato. Dati i forti legami storici con il Paese medio-orientale e anche a causa dei 22,6 milioni di tonnellate di greggio iraniano importati nel 2018, anche l'India potrebbe non sottomettersi del tutto ai voleri di Washington, continuando ad acquistare - magari in minor misura - petrolio da Teheran.
Per l'Italia, la mancata proroga non dovrebbe impattare sulle forniture. Nei giorni scorsi, infatti, l'ambasciatore iraniano a Roma, Hamid Bayat, aveva confermato che Roma «non importa una singola goccia di petrolio dalla Repubblica islamica».
Ciononostante, Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli non ci sta: «Le sanzioni Usa sull'Iran sono un segnale evidente per dirottare l'approvvigionamento di greggio su altri Paesi» nonostante il greggio iraniano sia «tra i migliori al mondo per la qualità che offre nei processi di raffinazione per benzine e gasoli con alti margini».Trump ha infine risposto con un «Ricambieremo» rivolto all'Europa, colpevole di aver danneggiato la redditività di Harley-Davidson con l'introduzione di tariffe doganali.
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