Economia

Scatta l'allarme sul Pil: cosa sta succedendo a febbraio

Le stime dell'associazione prevedono una crescita per il 2022 del 4,2%, inferiore al 4,7% previsto dal governo nei documenti ufficiali

Scatta l'allarme sul Pil: cosa sta succedendo a febbraio

Secondo Confcommercio il Pil a febbraio calerà dell'1% rispetto a gennaio. Un dato che rende molto difficile centrare l'obiettivo del 4,7% previsto dal Governo nella Nadef per il 2022. Per l'associazione, infatti, quest'anno il Pil crescerà soltanto del 4,2%. A complicare il quadro, già messo sotto stress dai rincari su energia, materie prime e Covid, c'è anche la situazione internazionale, con la possibilità di un conflitto tra Russia e Ucraina. Uno scenario che "rischia, nel suo insieme, di prolungare e amplificare le tensioni sui prezzi al consumo", scrive Confcommercio nella nota sulla "congiuntura di febbraio". Il timore è che la crescita ulteriore dell'inflazione possa spingere la Bce verso un aumento dei tassi di interesse, una misura che potrebbe soffocare la ripresa italiana post pandemia. Non solo, però.

Sono molti i segnali di un possibile rallentamento. Infatti, a dicembre la produzione industriale è calata dell'1% sul mese precedente, mentre l'occupazione ha smesso di crescere. Si tratta di elementi che indicano un "possibile esaurimento della spinta al recupero". Insomma, secondo Confcommercio, "i dati del primo bimestre rendono sempre più concreta la possibilità di un’ampia revisione al ribasso della crescita per il 2022". Infatti, se i primi tre mesi dovessero registrare un calo, per centrare l'obiettivo del 4,7% sarà necessario che il resto dell'anno sia caratterizzato "da una ripresa vigorosa". Un risultato che, però, non appare per nulla scontato.

Sul versante consumi, del resto, i segnali sono contrastanti: se a dicembre l'incremento su base annua è stato del 14,4%, a gennaio il dato si è fermato all'8,5%. Si tratta, quindi, di un rallentamento consistente. Inoltre, la crescita registrata a gennaio è stata frutto soprattutto dell'ottima performance dei servizi (+33,6% sullo stesso mese del 2021), che hanno beneficiato dell'allentamento delle misure di contrasto alla pandemia. Insomma, quella dei servizi è una prestazione che difficilmente potrà essere replicata. La domanda di beni è aumentata soltanto del 2,2%.

Preoccupa, inoltre, il fatto che non si è ancora recuperato il terreno perso. Rispetto a gennaio 2020, infatti, la domanda è inferiore dell'11,7%. E sotto il livello pre pandemico ci sono molti settori. Se i consumi legati a turismo e tempo libero segnano una crescita annuale importante (+11,8%), il gap rispetto a gennaio 2020 è ancora molto ampio: -14,4%. Non va meglio ai settori dell'abbigliamento e delle calzature, che boccheggiano a -23,3%. Inoltre, il comparto dell'automotive a gennaio registra un calo del 20,7% rispetto allo stesso mese del 2021. Secondo Confcommercio, il distretto sconta "l’assenza di politiche idonee a sostenere il passaggio verso una mobilità più green" e "un ridimensionamento della domanda di autovetture da parte delle famiglie".

Infine, ci sono segnali di rallentamento anche per elettrodomestici, tv e alimentari, settori che avevano retto meglio all'urto del 2020.

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