Confindustria chiede meno tasse alle imprese Taglio Irpef più ampio

Confindustria chiede meno tasse alle imprese Taglio Irpef più ampio
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Dal nostro inviato a Capri (Napoli)

Si apre la settimana decisiva per la manovra. Dopo il confronto di ieri con i sindacati, il governo tornerà a Palazzo Chigi lunedì mattina per incontrare le principali associazioni datoriali - da Confindustria a Confcommercio da Coldiretti all'Abi - in vista del Consiglio dei ministri di martedì 14 ottobre, quando la legge di Bilancio sarà approvata e inviata al Parlamento. Prima della riunione è atteso anche un vertice tra i leader di maggioranza per sciogliere gli ultimi nodi.

Sul tavolo resta il taglio dell'Irpef. La segretaria della Cisl, Daniela Fumarola, ha spiegato che il ministro Giorgetti ha confermato la riduzione dell'aliquota dal 35 al 33% per i redditi fino a 50mila euro, con la possibilità di estendere la soglia a 60mila. Molto più duro il giudizio della Cgil. "Un incontro dannoso, nessuna risposta concreta. Così la manovra porta il Paese a sbattere", ha attaccato Maurizio Landini.

Mentre la politica discute di conti e coperture, dal 40simo Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Capri arriva un messaggio altrettanto netto: senza una riforma fiscale e un piano per i giovani, l'Italia rischia di compromettere il proprio futuro produttivo. "Non è sostenibile vivere in un Paese che cresce dello zero virgola e ha una pressione fiscale al 42,5%", ha dichiarato la presidente Maria Anghileri, rilanciando la proposta di uno Youth Deal, un pacchetto di incentivi fiscali e semplificazioni per le imprese under 35.

Il quadro tracciato è allarmante: centomila laureati emigrati in due anni e oltre 150mila imprese giovanili scomparse nell'ultimo decennio. "Ogni giorno 42 aziende giovani chiudono o si trasferiscono all'estero: sogni infranti e innovazioni regalate ai concorrenti", ha denunciato Anghileri. Parole che risuonano mentre l'economia dà nuovi segnali di debolezza: secondo l'Istat, ad agosto la produzione industriale è calata del 2,4% sul mese e del 2,7% su base annua, confermando la frenata del manifatturiero.

Dal palco di Capri, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha difeso la linea del governo.

"Tre anni fa ci dicevano che con Giorgia Meloni al governo sarebbe arrivata la trojka, invece abbiamo saputo coniugare rigore e crescita", ha detto. Fiducioso anche il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, che ha lasciato intendere un possibile ampliamento della Zes unica: "Non voglio anticipare nulla, ma stiamo lavorando in tal senso".

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