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Cordata a Nord Est: 40 milioni per i giornali del gruppo Gedi

Offerta di Banca Finint, ok a trattativa in esclusiva. Da settembre via a un gruppo che avrà quotidiani, tv, radio

Cordata a Nord Est: 40 milioni per i giornali del gruppo Gedi

C'è una cordata di imprenditori pronta a investire sull'editoria. Anche giornali, sì, quotidiani fatti di carta, oltre che digitali e tivù e radio. E non bruscolini ma qualcosa che si avvicina ai 40 milioni di euro, anche se la cifra non è al momento pubblica, bensì frutto di indiscrezioni. Parliamo dell'offerta di Banca Finint finalizzata all'acquisto di sei testate quotidiane del Nord Est: Corriere delle Alpi (di Belluno), il Mattino di Padova, Messaggero Veneto (Udine), la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo (Trieste), la Tribuna di Treviso, oltre alla testata web Nordest Economia.

A vendere è il gruppo Gedi (controllato dalla Exor degli Agnelli), editore di Repubblica, Stampa, Secolo XIX, che si è già liberata dell'Espresso e di altre testate locali.

Le parti entreranno ora «in negoziazioni in esclusiva - spiega Gedi - per consentire lo svolgimento della due diligence e, parallelamente, procederanno alla predisposizione e discussione» del contratto. Se tutto andrà liscio l'operazione si chiuderà per fine giugno e la nuova proprietà - dopo i 60 giorni previsti per l'esame dell'Agcom - potrebbe entrare con il primo settembre.

A comprare è un gruppo di imprenditori del Nord Est per i quali Banca Finint opera da promotore. Tra questi spicca prima di tutto Enrico Marchi, patron della stessa Finint e del gruppo Save, che controlla, tra l'altro, gli aeroporti di Verona e Venezia. Della cordata - aperta a ulteriori ingressi futuro - al momento fanno parte Alessandro Banzato (Acciaierie Venete), Enrico Carraro (gruppo Carraro), Federico Dè Stefani (Sit Group), le famiglie Nalini (Carel) e Zanatta (Tecnica), oltre a Videomedia. Quest'ultima è attiva con due emittenti televisive, TvA e TeleChiara che vengono conferite nell'operazione.

L'obiettivo è infatti quello di creare un gruppo industriale multimediale del Triveneto che guarda anche alle radio e a un'agenzia di eventi, per coprire l'informazione in ogni territorio e con ogni strumento. Senza limitarsi alla «manutenzione» del sistema, bensì con l'idea «di investire per costruire una macchina completa e magari efficiente», dice uno dei protagonisti. Nel mirino una testata in Trentino e, se vorranno i loro attuali azionisti confindustriali, anche il Giornale di Vicenza e L'Arena di Verona.

Per quanto riguarda la linea politica, posto che nel territorio il presidio mediatico dei conservatori fa storicamente capo al Gazzettino (controllato dal gruppo Caltagirone) il nuovo polo editoriale non potrà puntare sulla stessa fetta di mercato e si giocherà le sue carte su un terreno più riformista. Ma sarebbe sbagliato vedere questa come un'operazione politica.

Pare semmai un tentativo di andare oltre la debolezza della politica, e ambire a orientare la comunità di uno di territori più importanti d'Europa sui grandi tempi sociali economici e infrastrutturali di questi tempi.

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