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Coronavirus, via libera dall'Ecofin: sospeso il patto di stabilità

La decisione dell'Ecofin fa evaporare come neve al sole il parametro del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Resta il nodo del Meccanismo europeo di stabilità

Coronavirus, via libera dall'Ecofin: sospeso il patto di stabilità

Semaforo verde dall'Ecofin per la sospensione del patto di stabilità. L'emergenza sanitaria provocata dal nuovo coronavirus ha creato le condizioni tali da convincere i ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Unione europea a mettere "in quarantena" il vincolo del 3%.

Tra oggi e domani si capirà con esattezza quale sarà il futuro dell'euro e, più in generale, della stessa Ue. Intanto si è tenuta la prima tappa, con il via libera, scontato, alla clausola di esclusione del patto di stabilità.

Che cosa significa? In poche parole evapora come neve al sole il parametro del 3% nel rapporto tra deficit e Pil, che da quando è nato l'euro rappresenta il limite invalicabile per tenere sotto controllo i bilanci dei singoli Stati.

Il fatto che la soglia sia saltata, sottolinea l'agenzia Italpress, significa che la situazione è grave. La quarantena del patto di stabilità, in ogni caso, era stata proposta dalla Commissione europea per consentire ai membri Ue membri di affrontare le conseguenze della Covid-19. Conseguenze, ricordiamo, tanto sanitarie quanto economiche.

I ministri, riuniti in teleconferenza, hanno deciso che "ci sono le condizioni per l'utilizzo della clausola" (la general escape clause), che consente temporaneamente di deviare dal percorso di convergenza verso l'obiettivo di bilancio di medio termine. Tutta l'Europa sta affondando e quindi i governi sono tenuti a intervenire a sostegno delle rispettive economie. Tenere dei vincoli avrebbe soltanto rischiato di aggravare il problema.

Il nodo del Mes e il futuro dell'Ue

Il futuro è tutto da scrivere. Già, perché ora ogni governo potrà usare i soldi dei suoi cittadini allargando il proprio debito. Poi, in un secondo momento, avrà tempo e modo di rientrare. Certo, sempre ammesso che abbia davvero voglia di farlo. Se il mercato non fa esplodere gli spread non c'è problema. In ogni caso si tratta di un problema che andrà affrontato nei prossimi mesi.

A questo punto resta da capire che fine farà il Meccanismo europeo di stabilità. È questo il problema più grande, e riguarda l'utilizzo del Fondo Salva-Stati (Mes) la cui dotazione, invece è rappresentata da risorse comunitarie. Di questo si occuperanno domani i componenti dell'Eurogruppo che riunisce i capi di governo dei Paesi Euro.

Sulle modalità di intervento la spaccatura è ancora ampia. Si tratta di stabilire se l'impegno del Mes debba essere subordinato a una serie di condizioni da far scattare una volta lasciata alle spalle la crisi sanitaria secondo un programma di consolidamento dei conti pubblici oppure bisogna utilizzare la leva senza vincoli.

Due sono gli schieramenti contrapposti. Nel primo troviamo la Germania e e i suoi alleati del Nord; nel secondo Italia, Spagna e il 'fronte del Sud'. In tutto questo la Francia, sta con il 'fronte del Sud' sull'emissione di un coronabond, ma cerca un mediazione: Parigi, insomma, è a metà del guado.

Da quanto si capisce il negoziato prosegue, ma ne sapremo di più solo domani alla riunione dell'Eurogruppo, sempre in videoconferenza.

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