Economia

Così il combinato di Imu e Tasi ammazzano negozi e imprese

Italiani nella morsa del Fisco. La Confesercenti contro Renzi: "Basta nuove tasse". Così la pressione fiscale continua a lievitare

Così il combinato di Imu e Tasi ammazzano negozi e imprese

I contribuenti sono in ginocchio. Di anno in anno hanno visto lievitare sotto i propri occhi le richieste tributarie. Secondo i calcoli della Confesercenti, dal 2010 al 2013 hanno dovuto pagare 34 miliardi di euro di tasse. Soldi che sono usciti dalle tasche dei cittadini per far fronte agli innumerevoli balzelli imposti a livello sia centrale sia locale. Il salasso è il drammatico risultato della variazione del prelievo fiscale degli enti locali pari a 20 miliardi a cui vanno aggiunti 14 miliardi di prelievo statale.

"Abbasseremo le tasse, ma non è questo il momento - ha detto il premier Matteo Renzi all’assemblea degli Industriali di Vicenza e Verona - prima serve semplificare, poi si possono abbassare le tasse". Intanto gli italiani continuano a pagare caro per uno Stato inefficiente. E anche chi ha ricevuto il bonus di 80 euro si ritrova già con l'acqua alla gola. Dal 2010 ad oggi gli enti locali hanno subìto tagli ai trasferimenti per circa 30 miliardi. Stretti tra tagli lineari e Patto di stabilità interno, le amministrazioni locali hanno ridotto fortemente alcune voci di spesa e soprattutto aumentato le entrate, sia quelle tributarie (addizionali Irpef, Irap e smaltimento rifiuti, tanto per citare alcune voci di spesa) utilizzando al massimo le possibilità di manovra offerte, sia quelle extratributarie. "Parallelamente però - afferma la Confesercenti - a livello centrale, pur a fronte dei tagli ai trasferimenti, non si è assistito a una riduzione del gettito, che invece ha continuato ad aumentare".

Secondo le stime di Anama Confesercenti, le imposte sulla casa sono passate, dal 2005 al 2013, da 28 a 52 miliardi di euro l’anno. Una recrudescenza della tassazione del 78%. E non finisce qui: nel 2014 capannoni, negozi e altri immobili strumentali di imprese subiranno un altro aumento di tassazione rispetto al 2013 per l’effetto combinato di più imposte. Il prelievo complessivo di Imu e Tasi, che grava sugli immobili strumentali e che nel 2013 ha sfiorato i 7 miliardi di euro, potrebbe toccare gli 8,5 miliardi nel 2014. Per questi motivi, secondo il presidente Marco Venturi, tutti i tagli alla spesa già ipotizzati dal governo Renzi "devono essere solo anticipazioni di una più profonda e radicale azione di riduzione delle spese, che porti ad una altrettanto profonda revisione del sistema fiscale". La riforma fiscale non può più essere rinviata. "La prima emergenza - dice all’assemblea - è quella di mettere mano ad un fisco locale sempre più vorace che alimenta anche sprechi ed abusi di regioni e comuni".

La Tasi non è certo l’unico esempio di aumento "incontrollato". Nel 1990 le imposte locali assorbivano l’equivalente di meno di 8 giorni di lavoro, nel 2013 hanno toccato i 26 giorni. "Siamo passati da una settimana a quasi un mese - tuona la Confersercenti - anche questo è un costo insostenibile". C’è un cortocircuito tra prelievo locale e centrale da rimuovere. Su questo punto le associazioni di categoria andranno avanti a pressare governo e parlamento per incidere sulle "ferite aperte", a partire dal fisco, dalla burocrazia e dai tanti altri problemi che mettono in ginocchio il nostro Paese.

"L’eccesso di prelievo in Italia è figlio di una spesa pubblica tracimante, causata anche dalla riforma del Titolo V che ha dato il via libera a 23mila centri di spesa - conclude la Confesercenti - basta nuove tasse".

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