La verità sulla lotta ai contanti: cosa c'è dietro la stretta di Conte

Il governo accelera per eliminare l'uso dei contanti a favore delle carte elettroniche ma i problemi sono molteplici: costi di transazione, tasse e crash dovuti alla tecnologia. Insomma, non una passeggiata di salute...

La verità sulla lotta ai contanti: cosa c'è dietro la stretta di Conte

Il governo schiaccia il piede sull’acceleratore per far decollare il “Piano Cashless Italia” con l’obiettivo di scoraggiare il ricorso ai contanti e di incentivare i pagamenti elettronici.

Il contante a rischio riciclaggio

l’Italia è in testa alla classifica tra le nazioni europee con un maggior uso di contanti: i pagamenti digitali si fermano al 14% del totale delle transazioni ed il rapporto tra contanti e Pil è del 10% circa, tra i più alti in Europa. Un paper della Banca d’Italia ha fotografato la mappa dell'eccessivo uso dei soldi e del relativo rischio di riciclaggio, con le regioni meridionali che sono tra quelle che usano di meno i pagamenti elettronici con le carte. Inoltre, le transazioni digitali comportano anche la tracciabilità dei pagamenti che contrasta l’evasione fiscale.

Per contrastare l'evasione, nei giorni scorsi è stato annunciato un nuovo incentivo “SuperCash- Back”, l’ennesimo tentativo per incentivare l’uso dei pagamenti cashless, quindi senza contanti: sono stati intensificati gli incontri con gli operatori per rendere gratuiti i pagamenti con le card di piccolo importo ed azzerare le provvigioni anche per le transazioni digitali sotto i 25 euro.

Oltre ad incentivare la convenienza per imprese e consumatori all’utilizzo della moneta elettronica con carte, app e mobile wallet di ultima generazione, occorrebbe promuovere una maggiore trasparenza su costi e commissioni legati all’uso della moneta elettronica, con un impatto a carico di esercenti e consumatori che dovrebbe essere pressoché nullo.

I rischi legati ai pagamenti elettronici

Ma la guerra ai contanti dovrà tenere conto di altri fattori di rischio a cui si va incontro affidandosi alla tecnologia: dalle inefficenze dell’emissione a pioggia che caratterizza le carte (soprattutto le prepagate) che poi non vengono neanche attivate, al rischio crash sui circuiti internazionali che rischiano di bloccare i pagamenti in tutto il mondo.

In Svezia, dove anche l’offerta in chiesa si paga con carta di credito o smartphone, la Banca Centrale ha lanciato l’allarme perché in caso di catastrofe naturale o tecnologica, avere intere regioni completamente sprovviste di denaro sotto forma cartacea o metallica può rappresentare un problema serio, perché renderebbe impossibili i pagamenti anche per gli acquisti indispensabili alla sopravvivenza.

Infine, come si legge su IlSole24ore, c’è il capitolo dei costi: su questo fronte c’è il rischio che gli sconti e gli sgravi fiscali concessi agli esercenti siano, in un prossimo futuro scaricate, sui titolari delle carte. È necessario che i singoli utenti e le autorità preposte debbano sempre vigilare.

Pagare con le card costa di più. Sebbene sia illecito applicare un costo aggiuntivo al cliente perché paga con carta di credito, basta fare un giro tra i tabaccai per constatare che nel 90% dei casi non è possibile pagare un pacchetto di sigarette con carta di credito o bancomat e in alcuni casi è stato richiesto un sovrapprezzo. Ma non è finita qui: per il pagamento del bollo auto presso l’Aci viene aggiunta una commissione a chi usa una carta nonostante l’Antitrust abbia sanzionato con milioni di euro di multa. Peccato, però, che il Consiglio di Stato abbia accolto il ricorso dell'Aci perché non è ritenuta una commissione ma un sovrapprezzo per una opportunità aggiuntiva offerta agli automobilisti.

Il rischio crash. Come accennato prima parlando del caso Svezia, bastano poche ore di blocco ad una singola società emittente di carte di credito per provocare forti disagi in tutto il mondo: basti ricordare il venerdì nero di Visa, che il primo giugno del 2018, per problemi tecnici, ha dovuto interrompere il servizio per diverse ore, non consentendo di utilizzare la carta in molti Paesi europei.

È più recente lo scandalo Wirecard, società tedesca che offre soluzioni di pagamenti elettronici ad oltre 300mila aziende in tutto il mondo, che aveva indotto l’authority di vigilanza inglese a sospendere i servizi bancari gestiti da Wirecard con conseguenti problemi in tutto il globo.

In Italia, i clienti di Sisalpay si sono visti respinti i pagamenti elettronici con la carta ed i prelievi dei contanti bloccati per alcuni giorni.

Insomma, sì alla tecnologia così come la lotta all'evasione ma con le opportune cautele: i contanti, almeno in un prossimo futuro, saranno sempre indispensabili.

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