Credit Suisse aiutava gli evasori americani

Washington accusa Credit Suisse: ha aiutato migliaia di ricchi americani a evadere le tasse per circa 10 miliardi di dollari. L'accusa arriva dal Senato americano, in un rapporto di 181 pagine, ricco di particolari degni di una sceneggiatura hollywoodiana: la banca svizzera avrebbe corteggiato i potenziali clienti sui campi di golf della Florida, ai balli a tema svizzero a New York, conducendo attività illecite negli ascensori e recapitando gli estratti conto all'interno di riviste di sport.
Credit Suisse si difende gettando la colpa sui dipendenti scorretti: «Un piccolo gruppo di banchieri privati con sede in Svizzera ha avuto un cattivo comportamento», precisa in un documento, aggiungendo che i vertici dell'istituto non ne erano al corrente. La banca, conclude la nota, «ha lavorato duramente» per eliminare asset americani non dichiarati negli Stati Uniti da quando le autorità di Washington hanno cominciato a indagare sulla questione nel 2008.
Nel 2006 Credit Suisse aveva 22mila conti di cittadini americani che valevano 12 miliardi di franchi svizzeri, circa 13,5 miliardi di dollari attuali. E secondo il rapporto del Senato, che conclude due anni di inchiesta parlamentare, per aiutare i suoi clienti, la banca ha rilasciato dichiarazioni false per visti negli Stati Uniti, ha fatto sparire documenti e creato un ufficio all'aeroporto di Zurigo con i conti di 10mila clienti americani. Accuse dure che mettono Credit Suisse nella posizione in cui si è già trovata Ubs negli anni passati. Nel 2008, infatti, nei confronti della maggiore banca svizzera erano state avanzate accuse simili, e l'anno seguente Ubs aveva pagato 780 milioni di dollari per il ruolo giocato nell'aiutare cittadini americani a evadere le tasse.

Anche le trattative tra Credit Suisse e le autorità americane si sarebbero intensificate negli ultimi mesi - secondo quanto scrive il Wall Street Journal - ed entro l'anno potrebbe essere raggiunto un patteggiamento da 800 milioni di dollari.

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