La ricapitalizzazione del Credito Valtellinese partirà il 19 febbraio per chiudersi l'8 marzo e sarà lanciata con uno sconto del 16% sul «Terp», ovvero il prezzo teorico del titolo successivo allo stacco dei diritti di opzione relativi all'aumento di capitale stesso. «È il massimo sconto tecnicamente possibile», commenta una fonte vicino al fascicolo.
L'operazione prevede l'emissione di 6.996.605.613 nuovi titoli che saranno offerti in opzione agli azionisti a 10 cent l'uno (di cui 0,09 a titolo di sovrapprezzo), nel rapporto di 631 nuove azioni per ogni vecchio titolo detenuto. L'operazione ha così un valore complessivo di oltre 699 milioni di euro, pari a sette volte circa l'attuale capitalizzazione di Borsa del Creval. I diritti di opzione saranno negoziabili dal 19 febbraio al 2 marzo ed esercitabili fino all'8 marzo, mentre l'eventuale inoptato sarà offerto entro aprile. Fonti vicine a Consob attestano che l'ok dell'Authority dovrebbe arrivare, come previsto, entro fine settimana.
Il vertice del gruppo valtellinese si è riunito ieri, in prima serata, per deliberare gli ultimi dettagli della ricapitalizzazione, passo necessario per il rafforzamento patrimoniale. L'operazione sarà iper-diluitiva, ovvero chi tra gli attuali azionisti dovesse decidere di non aprire il portafoglio si troverà con una quota polverizzata. La ricapitalizzazione del Creval (-74% circa il titolo in un anno), presenta uno sconto inferiore rispetto alle ultime maxi-operazioni viste a Piazza Affari, bancarie o meno (Carige ha effettuato l'aumento con uno sconto sul Terp del 26%, Unicredit del 38% e Saipem del 37%).
In Borsa intanto il titolo del gruppo creditizio presieduto da Miro Fiordi e diretto da Mauro Selvetti, in attesa della delibera arrivata a mercati chiusi, ha vissuto un'altra giornata di passione: il Creval ha perso il 4,3%, chiudendo la seduta a 10,23 euro per azione (pari a una capitalizzazione di 113 milioni) dopo essere sceso fino a 9,8 euro. Ieri peraltro a Piazza Affari non è piaciuto l'adiós di Jefferies. L'ultima merchant bank entrata nel nutrito consorzio di garanzia guidato da Mediobanca, ha infatti deciso di sfilarsi dall'operazione a poche ore dal lancio dell'aumento a causa, almeno secondo fonti vicine all'operazione, di una diversa visione sull'esito della ricapitalizzazione.
Hanno invece raccolto riscontri positivi dagli incontri con gli investitori, gli altri istituti finanziari coinvolti nella ricapitalizzazione del Creval
che, ieri, hanno sottoscritto il definitivo accordo di garanzia sull'inoptato: Santader, Barclays, Citigroup, Credit Suisse, Commerzbank, Société Générale, Banca Akros, Equita Sim, Keefe, Bruyette & Woods e MainFirst.
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