
Hollow Knight: Silksong è la vera sorpresa del 2025. Annunciato nel febbraio del 2019, a due anni dall’uscita del primo capitolo della saga, per anni gli sviluppatori di Team Cherry non hanno rilasciato nessuna informazione, fino all’annuncio dell’uscita (4 settembre) durante la Gamescom. Il successo, spinto anche da quasi una decade di hype, è stato immediato: picco di 462mila giocatori contemporanei e recensioni che, al momento, sono al 76% positive. Ma quindi, Silksong è riuscito a ripetere la magia del suo predecessore?
In poche parole: quasi. Giudizio assolutamente personale, ovviamente, e dettato da due elementi. In primo luogo, la mancanza del fattore novità. Nel gioco, al posto dell’eroe senza nome, prendiamo il controllo di Hornet, guerriera già incontrata in Hollow Knight e parte fondamentale della trama, che è stata rapita e portata in un regno lontano e decadente con un marcato aspetto religioso. Le ambientazioni e la musica sono allo stesso livello di quelle del capitolo precedente, con quel senso di malinconia tipico del grande sotto-genere Souls like. La protagonista si muove in modo diverso rispetto al suo predecessore, è più agile e aggraziata, e i suoi poteri basati sulla seta sono molto interessanti. Ma, alla fine, è sempre Hollow Knight. Un prodotto di eccellenza, senza dubbio, e gli sviluppatori hanno fatto esattamente ciò che ci si aspettava. L’impatto per chi ha già giocato e sviscerato il primo, però, non sortisce lo stesso effetto.
Il secondo elemento, invece, si basa sulle decisioni di Team Cherry a livello di design del gioco in sé: aree difficili, con nemici impegnativi, e boss facili, con parecchia vita e che infliggono danni ingenti ad ogni colpo, ma dotati di un moveset semplice da studiare e prevedere. Tanto che le aree-trappola, dove si viene attaccati da ondate di avversari, risultano più complesse. Questa scelta, per certi versi, ricorda molto Dark Souls II. Chi scrive è ancora all’inizio del gioco, e sarebbe ben contento di essere smentito, ma l’impressione per il momento è questa.
In molti, inoltre, si sono lamentati dell’eccessiva difficoltà e dell’economia dei rosari, ovvero la valuta necessaria ad acquistare potenziamenti e oggetti, soprattutto nelle aree iniziali. Problemi, questi, segnalati soprattutto dall’ondata di nuovi utenti non abituati a prodotti di questo genere e che hanno comprato Silksong proprio per il crescente hype in questi anni. Ma in generale, il giudizio della critica, dei giocatori e anche di chi scrive è assolutamente positivo.
Potrebbe riuscire a strappare il premio di “gioco dell’anno” ad altri concorrenti meritevoli come Expedition 33? Improbabile, ma sicuramente centinaia di migliaia di persone avranno di che intrattenersi per i prossimi mesi, mentre saltano da una piattaforma all’altra (e cercano il tempismo giusto per il colpo in obliquo).