"L'economia italiana sta attraversando una recessione tra le più profonde e prolungate della storia del Paese". Nella nota di aggiornamento al Def, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha stimato che "dopo la forte contrazione verificatasi negli anni 2012-2013, l’economia italiana si appresta a chiudere il 2014 con una ulteriore riduzione del pil che si ridurrà dello 0,3%". Solo nel 2015 il prodotto tornerebbe a crescere, sebbene in modo contenuto. Secondo le nuove ipotesi del quadro macroeconomico programmatico, il tasso di crescita medio del pil tornerebbe sopra l'1% solo nel triennio 2016-2018. "La caduta del pil in Italia - ha sottolineato iPadoan nella premessa alla nota di aggiornamento - è superiore rispetto a quella verificatasi durante la grande depressione del ’29, seppur in maniera minore, anche il resto dell’eurozona stenta a recuperare i livelli pre-crisi".
Padoan non sembra aver alcun dubbio: "Occorre muovere con decisione su più fronti nella consapevolezza che in assenza di una ripresa robusta la tenuta del tessuto produttivo e sociale risulterebbe a rischio, la ricchezza delle famiglie minacciata, le prospettive dei giovani compromesse". Ottobre e novembre sono mesi di esami per i conti pubblici italiani. Entro il 15 ottobre il governo deve presentare alla Commissione Ue la legge di stabilità 2015. Se i contenuti dovessero mettere in allarme Bruxelles, il governo avrebbe solo un paio di settimane per riscriverla. Anche le riforme saranno prese in esame, verificando l'impatto sul bilancio e la coerenza con le raccomandazioni di giugno scorso. Per l’Italia non sarà una valutazione semplice: il rinvio del pareggio al 2017, l’aumento del debito e il deficit troppo vicino al 3%, sono elementi critici per Bruxelles che dovrà capire come e se fare uso della flessibilità contenuta nelle regole del Patto. Ovvero: se concedere più tempo per il risanamento. Prima di tutto, la Commissione valuterà il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine, cioè il pareggio di bilancio in termini strutturali.
La crescita del pil italiano prevista per il 2014 è stata rivista dal +0,8% previsto nel Def al -0,3%. E, proprio a causa del deterioramento del quadro economico, il governo si è visto costretto a rimandare il conseguimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio dal 2016 al 2017. In realtà, secondo Padoan, i recenti sviluppi macroeconomici hanno delineato uno scenario decisamente problematico per tutta l'Eurozona: "L'economia è in significativo rallentamento e, in particolare in Italia, stenta visibilmente a riprendersi". Fino a pochi mesi fa il governo ipotizzava per il 2014 una crescita moderatamente positiva. Adesso il Tesoro è costretto a rivederla al ribasso. "In assenza di una ripresa robusta - è l'avvertimento del ministro dell'Economia - la tenuta del tessuto produttivo e sociale risulterebbe a rischio, la ricchezza delle famiglie minacciata, le prospettive dei giovani compromesse". Proprio per questo, l'area dell'euro si trova a un bivio.
"In assenza di interventi significativi - è la conclusione di Padoan - i Paesi europei rischiano di avvitarsi in una spirale di stagnazione e deflazione". Di sicuro, una disoccupazione elevata e una crescita nominale piatta rendono più difficili il recupero di competitività e la sostenibilità del debito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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