La gestione Ligresti ha creato a Fonsai un danno diretto da 130 milioni e a Milano da 115, per un totale di 245 milioni. A fare i conti, che peraltro sono provvisori perché non considerano l'ammanco delle controllate minori, è stato ieri il commissario ad acta Matteo Caratozzolo davanti ai soci.
Le assemblee hanno quindi approvato con un consenso bulgaro (99,9%), l'azione di responsabilità contro la famiglia Ligresti (Salvatore e i suoi figli Jonella, Giulia e Paolo) e 19 ex amministratori e sindaci, a partire dall'allora capo azienda Fausto Marchionni. Tutti «complici» di una situazione che ha provocato, al gruppo, danni «ingentissimi».
Determinante è stato l'orientamento di Unipol che, facendosi carico del rischio di un contenzioso legale, ha votato a favore della mozione nonostante la manleva - cioè l'esonero da responsabilità - a suo tempo concessa al cda e al collegio sindacale delle due società acquistate. Riteniamo che di fronte a queste situazioni la manleva non abbia alcuna efficacia», ha scandito l'ad Carlo Cimbri, voltando definitivanente le spalle alla vecchia gestione.
Secondo Unipol la relazione del commissario, relativa a fatti su cui sono in corso indagini della Procura di Torino (che ha indagato i Ligresti e alcuni ex amministratori per infedeltà patrimoniale, falso in bilancio e ostacolo alla Vigilanza) rende invalida la manleva, già stralciata per la famiglia siciliana su richiesta Consob.
«Dai Ligresti 250 milioni di danni»
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