Carlo De Benedetti regala ai tre figli (Rodolfo, Marco ed Edoardo) il suo impero industriale e finanziario. E nello stesso tempo promuove una manager esterna alla famiglia alla guida operativa della holding Cir: è Monica Mondardini, che prende addirittura il posto del figlio Rodolfo, mantenendo anche la carica di numero uno dell'Espresso. Il passo indietro dell'Ingegnere, che segue quello fatto all'inizio del 2009 dalle cariche operative delle società del gruppo, ha un doppio significato: il primo è quello di trasferire gratuitamente ai figli, in vita, la proprietà di un gruppo da 4,5 miliardi di ricavi e con 14mila dipendenti, attivo nell'editoria con il gruppo Espresso-la Repubblica, nell'automotive con Sogefi, nell'energia con Sorgenia e nella sanità con Kos. Il secondo è quello di affidare a una manager che si è guadagnata la sua fiducia nella gestione dell'Espresso (dove è approdata a fine 2008, tagliando costi e risollevando margini) anche quella della holding principale, sicuramente in vista di qualche correzione.
I conti consolidati del gruppo Cir, come si è visto ieri dai primi nove mesi, accusano 10 milioni di perdite e rischiano di chiudere il 2012 in rosso per la prima volta da anni. I numeri parlano da soli: a fronte di 26 milioni di utile dell'Espresso e 22 milioni di Sogefi, le centrali elettriche di Sorgenia pesano invece con 80 milioni di rosso. Ecco allora che l'avvicendamento di Mondardini con Rodolfo De Benedetti, il figlio dell'Ingegnere che si è sempre occupato di Cir e che sull'avventura Sorgenia aveva puntato molto, assume un significato particolare. Anche se dal quartier generale milanese di via Ciovassino si getta acqua sul fuoco.
Sul mercato, invece, non ci sono dubbi: per Sorgenia, la Cir cercherà un compratore. Il gruppo paga il difficile momento del mercato energetico caratterizzato da una domanda in forte contrazione e margini ridotti di 30 volte, soprattutto a causa degli investimenti effettuati prima della crisi sulle centrali a turbogas, quelle dedicate ai picchi di domanda e rivelatesi le prime a pagare il dazio della crisi, con un crollo dell'utilizzo nell'ordine del 50 per cento. Mondardini è la persona giusta per valutare il da farsi.
Anche perché Cir, come la manager sa bene, non potrà contare a lungo sull'apporto di utili del gruppo Espresso che, di fronte al perdurare delle attuali dinamiche di vendita e di raccolta pubblicità, rischia come tutti gli altri gruppi editoriali un 2013 assai difficile. Proprio oggi, forse non a caso, Mondardini incontrerà le rappresentanze sindacali dei giornalisti del gruppo. Per quanto riguarda Sogefi, è vero che il gruppo va bene, ma il settore dell'auto da cui dipende non brilla certo per salute e rosse prospettive.
Tornando all'assetto proprietario, il passaggio di consegne dall'ingegnere ai tre figli avviene all'interno della Carlo De Benedetti & Figli Sapa, la società in accomandita che detiene il 52% di Cofide (che a sua volta è socio di controllo della Cir). Oggi le quote della Sapa sono per l'80% in mano a Carlo, il resto ai figli. Questi domani si troveranno in tasca il 100 per cento con una transazione gratuita. De Benedetti mantiene comunque la pesante presidenza dell'Espresso - da cui dipende anche il direttore di Repubblica - unica carica che aveva mantenuto nel 2009 e che continuerà a detenere, oltre a conservare il posto nei cda delle holding. A Rodolfo andrà la presidenza operativa di Cir e di Cofide.
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