La decisione scatena la reazione dell'ex-monopolista che promette battaglia

La decisione scatena la reazione dell'ex-monopolista che promette battaglia

L'unione fa la forza. Vodafone, Fastweb e Wind, ma anche gli altri operatori concorrenti a Telecom Italia, in tutto circa oltre una ventina, hanno ottenuto una riduzione sulle tariffe di unbundling. Che non si tradurrà in uno sconto per gli utenti finali, ma in una riduzione di ben 40 milioni di euro su quanto pagano i concorrenti a Telecom per usare la sua rete in rame, in particolare quella che finisce nelle case dei clienti.Per il 2013, dunque, il canone mensile che gli operatori pagano per i clienti all'ex-monopolista scende, retroattivamente dall'1 gennaio, a 8,68 da 9,28 euro, con uno sconto di 60 cent (-6,47%).
I concorrenti avevano chiesto, naturalmente, di più: 1 euro in meno, che avrebbe voluto dire, per Telecom Italia, un mancato guadagno di 70 milioni l'anno.
E se per gli operatori alternativi «la strada imboccata è quella giusta, anche se è ancora troppo poco», Telecom, ovviamente, si lamenta. Per l'ex-monopolista, infatti, l'Agcom non tiene conto delle raccomandazioni di Bruxelles. Il commissario Neelie Kroes, infatti, aveva raccomandato alle Authority nazionali di non tagliare i prezzi sull'unbundling della rete in rame per aiutare gli ex-monopolisti a effettuare gli investimenti sulla fibra. Telecom è così pronta a dare battaglia, anche perché, sostiene, il prezzo medio dell'unbundling nei principali Paesi dell'Ue è di 9,29 euro. Inoltre in Germania, Francia e Spagna l'unbundling è aumentato mentre nel Regno Unito è rimasto stabile. Per Teleco,m inoltre, se il quadro normativo fosse confermato, i mancati guadagni ammonterebbero a 110 milioni rispetto al 2012. L'Autorità, presieduta da Angelo Cardani, ha infatti ridotto tutti i prezzi di accesso alla rete Telecom. Oltre all'unbundling del local loop, anche quelle più generali.
La più marcata (da 19,50 a 15,14 euro, cioè -22,36%) è la riduzione per il bitstream (il servizio più completo per gli operatori alternativi), a seguito della prevista adozione del criterio dell'orientamento al costo, in luogo del precedente meccanismo. «Le decisioni adottate - ha spiegato l'Agcom - costituiscono uno dei tre elementi del nuovo impianto regolamentare che l'Autorità intende definire per promuovere il passaggio alle reti di nuova generazione, stimolando la concorrenza tra operatori. Gli altri due elementi sono costituiti dalle condizioni di offerta 2013 dei servizi di accesso in fibra, e dal procedimento sull'analisi dei mercati dei servizi di accesso in rame e fibra».
Nella decisione rientrano anche misure per facilitare l'accesso agli armadi di strada (di Telecom Italia) da parte degli operatori concorrenti e, quindi, stimolare la competizione nelle reti di nuova generazione.
Tutti i principali canoni mensili dei servizi wholesale risultano in discesa rispetto a quelli in vigore. La proposta, in quanto modifica le condizioni tecniche (accesso agli armadi di strada) ed economiche della fornitura dei servizi di accesso all'ingrosso, sarà inviata a Bruxelles per il parere necessario.
Nel mese di settembre, inoltre, è prevista la definizione delle condizioni tecniche ed economiche dei servizi di accesso in fibra per il 2013.

In particolare, saranno stabilite le tariffe del servizio Vula (Virtual unbundling local access), le quali sono, necessariamente, correlate ai prezzi di alcuni servizi wholesale in rame. Infine, entro la fine di luglio, l'Agcom si esprimerà anche sul progetto di separazione della rete presentato da Telecom Italia.

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