Servono "provvedimenti precisi", che si concentrino "sull'economia reale". Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria, ha le idee chiare su quali dovrebbero essere le prossime mosse della politica. Tornare a votare non servirebbe a mettere l'Italia "al riparo dalla speculazione internazionale".
Quello che è necessario, secondo Squinzi, è che ci si muova nella direzione giusta per poter "agganciare" la ripresa che dovrebbe esserci nella seconda parte dell'anno. Un risultato che si può ottenere solo evitando di "temporeggiare con dibatti ti tipo politico istituzionale".
La Confindustria pensa a una terapia d'urto nei primi tre mesi del nuovo governo, che porti "alla fine dei cinque anni una crescita che può arrivare al 3 per cento" e la "creazione di 1,8 milioni di posti di lavoro".
La decisione del Consiglio dei ministri di liberare fondi per i pagamenti dovuti dalla Pubblica Amministrazione non basta. Squinzi ne è convinto. Ricorda che non è stato adottato il provvedimento come pensato dagli industriali, ma prima di dare un giudizio vuole aspettare "di vedere quali saranno le procedure e solo dopo ci esprimeremo".
Ad ogni modo "porterebbe nell'arco di 5 anni alla creazione di 250mila posti di lavoro". E dunque "va nella direzione giusta". Anche se le cifre fornite da BankItalia sono "un dato addirittura inferiore alla dimensione reale".
Il numero uno di Confindustria si augura che il
prossimo governo "possa governare con stabilità", che sia fatto di persone che "abbiano a cuore l'interesse del Paese". Ma è un giudizio da privato cittadino: "Non credo che sia il mio compito esprimermi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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