Derivati meno rischiosi C'è l'intesa Europa-Usa

Derivati, si chiude l'era della deregulation: Stati Uniti e Unione europea hanno raggiunto l'accordo che dà vita alla vigilanza incrociata nel settore, considerato all'origine della crisi dei mercati finanziari culminata con il fallimento di Lehman Brothers nel 2008. Dopo un anno di faticosi negoziati, le due sponde dell'Atlantico hanno finalmente stabilito che le rispettive norme per la regolamentazione di operazioni swap - un mercato enorme da 633mila miliardi di dollari - sono «essenzialmente identiche». In pratica, le giurisdizioni e i soggetti chiamati a fare rispettare le leggi finanziarie potranno fare affidamento le une sulle altre.
«Le nostre discussioni sono state lunghe e qualche volta anche difficili - ha commentato il commissario Ue al Mercato unico e ai servizi finanziari, Michel Barnier - ma sono sempre state caratterizzate da un dialogo continuo e collaborativo tra partner e amici».
Un'intesa che già viene definita storica, con l'obiettivo di evitare la destabilizzazione dei mercati, limitando tra l'altro il ricorso a operazioni di trading eccessivamente rischiose da parte delle controllate americane operanti nella Ue. Il ricordo della «Balena di Londra», il manager della filiale inglese che con le sue scommesse perse sui derivati ha provocato una voragine di 6 miliardi di dollari nei conti di Jp Morgan, brucia ancora.
In base ai termini del patto, che dovrebbe essere approvato ufficialmente oggi, la Commodity Futures Trading Commission - l'agenzia indipendente americana che regola il mercato dei future e delle opzioni - permette alle banche statunitensi operanti nell'Ue di fare riferimento alle leggi locali evitando loro il peso di dovere rispettare due impianti normativi.
L'accordo, coerente con l'impegno preso al G20 «di abbassare i rischi e promuovere la trasparenza nei mercati dei derivati non regolamentati, che sono stati al centro della crisi finanziaria», è stato raggiunto proprio nel giorno in cui scadeva l'esenzione dalle regole americane per gli operatori europei, ma soprattutto in una fase di tensione tra Ue e Usa in seguito allo scandalo delle intercettazioni americane nelle sedi diplomatiche Ue. Lunedì scorso, a Washington è partito ugualmente il negoziato per un accordo di libero scambio.


«Come risultato dello sforzo di collaborazione congiunto - si legge in una nota della Commissione sull'accordo - in molti casi le regole finali sono essenzialmente identiche, anche se i calendari di attuazione delle regole non sono sempre sincronizzati».

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