Saranno in 5mila oggi, tutti profondamente insoddisfatti per come chi comanda sta gestendo Deutsche Bank in una tempesta che sembra non finire mai. L'assemblea dei soci del colosso bancario si annuncia burrascosa, al punto che il vertice potrebbe uscire dalla riunione con le ossa rotte. Anche se il ceo, Christian Sewing, non pare rischiare la poltrona, certo non mancheranno le richieste di spiegazioni per le fallite nozze con Commerzbank e indicazioni sui piani del board per riconquistare una stabile redditività.
Molto più in bilico appare invece la posizione del presidente del consiglio di sorveglianza, Paul Achleitner, al quale vengono imputati gli scarsi risultati del primo trimestre e le carenze nella lotta contro il riciclaggio di denaro sporco. Il mandato di Achleitner scade nel 2022, ma sembra che perfino la Bce sia in pressing per ottenere la fine anticipata dell'incarico.
Alla vigilia, lo schieramento a favore di una rimozione del presidente comprende la famiglia reale del Qatar (6,1%), il fondo americano Cerberus (3%) e il conglomerato cinese Hna (3%), nonchè Glass Lewis e Iss, che consigliano anche ai soci di bocciare il bilancio. Dall'altra parte della barricata, la società di investimento britannica Hermes Investment Management e Union Investment, un fondo nel giro delle banche mutualistiche. Entrambi temono l'impatto di una soluzione traumatica su un titolo già crollato del 70% dall'arrivo, nel 2012, di Achleitner alla DB.
Un esperto di ciclo geopolitico e finanziario come Charles Nenner prevede che se le azioni dovessero scendere sotto i 5,7 euro (6,63 ieri) sarebbero guai perché si innescherebbe una spirale ribassista tale da contagiare livello globale l'intero settore bancario.
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