Draghi: "L'Italia fuori dall'euro? La moneta unica è irrevocabile"

Draghi assicura: "La ripresa dell'Eurozona è solida". Ma avverte: "È ancora necessario mantenere una politica accomodante"

Draghi: "L'Italia fuori dall'euro? La moneta unica è irrevocabile"

"L'euro è irrevocabile e questo è il Trattato. Non intendo speculare su ipotesi che non hanno la minima base". Il presidente della Bce, Mario Draghi, esclude categoricamente l'Italexit. E, replicando a un parlamentare olandese, chiude a un'ipotetica uscita dell'Italia dalla moneta unica, eventualità che obbligherebbe il nostro Paese a coprire il proprio deficit sul Target 2: "Con le singole monete e le svalutazioni c’era una grande instabilità". "Saremo a vedere, allora", ha chiosato il politico. E il governatore ha replicato, a sua volta: "Staremo a vedere, di sicuro".

"Nell'area dell'euro, la ripresa economica si è evoluta da fragile e incerta in un movimento verso l'alto solido e a base larga. Le misure di politica monetaria della Bce hanno aiutato questa ripresa". Intervenendo al Parlamento olandese sull'impatto della politica monetaria della Banca centrale europea, Draghi ha messo ben in chiaro che da sole le misure dell'Eurotower non bastano. "Abbiamo anche bisogno - ha sottolineato il governatore della Bce - di affrontare l'eredità della crisi, innalzare il potenziale di crescita e aumentare la resistenza a shock futuri". Secondo Draghi, infatti, la politica monetaria offre "una finestra di opportunità" a governi e parlamenti nazionali per risolvere tali questioni, "alleviando alcuni dei costi a breve termine delle riforme strutturali" e "consentendo ai loro benefici di manifestarsi più velocemente".

"Mantenere l'attuale grado di politica monetaria accomodante è ancora necessario per consentire alle pressioni inflazionistiche sottostanti di rafforzarsi e sostenere l'inflazione primaria nel medio termine". Il numero uno dell'istituto di Francoforte ha difeso le scelte operate dall'Eurotower per accompagnare l'Eurozona fuori della crisi. "Nondimeno - ha sottolineato - è troppo presto per dichiarare vittoria.

Le pressioni inflazionistiche sottostanti - ha, poi, spiegato Draghi - continuano a rimanere deboli e ancora non mostrano un convincente andamento verso l'alto". Inoltre, ha quindi concluso, "i fattori inflazionistici domestici, in particolare i salari, non stanno ancora rispondendo alla ripresa e al restringimento dell'output gap".

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