È al capolinea la joint venture tra Ericsson e StM nata nel 2009 e naufragata sopratutto a causa dei problemi incontrati da Nokia, entrata in crisi dopo il grande successo degli smartphone targati Apple e Samsung. Nokia infatti era tra i principali clienti dei componenti per telefoni cellulari prodotti da St-Ericsson. Ma l'unione non ha funzionato e, dato che non sono arrivati compratori interessati ad accollarsi la joint venture, le due società hanno deciso di spartirsi le attività che ancora hanno mercato. Ericsson si occuperà della progettazione, sviluppo e vendite dei prodotti modem sottile e multimodale dedicati alle nuove reti mobili a banda ultralarga Lte. StM Invece subentrerà in altri prodotti realizzati dalla joint venture e nel business a essi associato. Quanto alle divisioni restanti inizieranno i procedimenti di chiusura. L'accordo, secondo l'ad di StM Carlo Bozotti, è in linea con l'obiettivo della sua società di arrivare a un margine operativo almeno del 10% e con la riduzione delle spese operative fra i 600 e i 650 milioni di dollari per trimestre entro l'inizio del 2014. Per la separazione della joint venture StM dovrà comunque sostenere costi tra i 350 e 450 milioni di dollari, inferiori comunque ai 600 precedentemente annunciati. Ed è anche per questo che ieri il titolo StM ha messo le ali in Borsa chiudendo con un progresso del 5% circa. L'accordo prevede che Ericsson assuma circa 1.800 dipendenti e collaboratori esterni, concentrati in Svezia, Germania, India e Cina.
Mentre StM ne assumerà circa 950, essenzialmente in Francia e in Italia, per sostenere le attività di business in corso e lo sviluppo di nuovi prodotti. A guidare quest'ultima fase sarà Carlo Ferro, già chief operatin officer di StM, nominato ieri presidente e Ceo della joint venture in separazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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