Va in porto l'opa di Dufry su Autogrill e con in mano il 94,5% del capitale il gruppo svizzero può procedere, come da programma, a togliere da Piazza Affari la catena di ristorazione delle autostrade e degli aeroporti. Per poi inglobarla e far nascere un colosso da 14 miliardi di ricavi, presente coi propri negozi nei luoghi dove si viaggia.
Il gruppo svizzero, che quasi un anno fa aveva raggiunto l'accordo per rilevare la maggioranza (il 50,3%) di Autogrill da Edizione dei Benetton, l'1 giugno al termine della periodo di riapertura dei termini dell'offerta, che si era conclusa il 18 maggio, è arrivato a detenere il 94,34% (94,5% comprese le azioni proprie). Non avendo raggiunto la soglia del 95% deve procedere col riacquisto del rimanente 5,49% del capitale per portarla fuori dalla Borsa. Dufry infatti non ripristinerà il flottante anzi «prevede di attuare il delisting il prima possibile nelle prossime settimane». Nel frattempo in Borsa Autogrill ha chiuso in rialzo dell'1,83% a 6,67 euro mentre a Zurigo il gruppo elvetico, dove i Benetton saranno i primi soci con poco più del 20%, ha guadagnato il 2,47% a 41,5 franchi. Nel periodo di riapertura la quasi totalità dei soci Autogrill (99,8%) che hanno aderito hanno scelto, come avevano fatto i Benetton, di ricevere azioni Dufry (0,1583 azioni di nuova emissione per ogni titolo del gruppo italiano) e solo una percentuale minima (0,17%) ha optato per i 6,33 euro cash. La scommessa per chi resta è di essere presente nel capitale del nuovo soggetto Dufry-Autogrill, il nuovo big mondiale nel settore della «travel experience rivolto a 2,3 miliardi di viaggiatori globali»,
«L'integrazione
tra Autogrill e Dufry è una grande operazione industriale e di mercato, un'opportunità di crescita e sviluppo per le due aziende, ma anche per il settore», aveva sottolineato il presidente di Edizione, Alessandro Benetton.
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