E la Fiom «ignora» la débâcle del suo leader

L'ingresso nello stabilimento Fca di Melfi dei primi 300 degli oltre 1.000 nuovi assunti rappresenta, paradossalmente, una sconfitta per Maurizio Landini, il leader della Fiom che, da quando è stato nominato a capo del sindacato, ha impostato la sua strategia nel dare contro, sempre e comunque, a Fiat e alle mosse di Sergio Marchionne. E non sono sicuramente bastate le sue recenti giravolte riportate da Repubblica («Un'ottima notizia, diciamo bravissimo a Marchionne, siamo tutti contenti e chiediamo che prosegua su questa strada anche negli altri stabilimenti» e «rispetteremo il voto in fabbrica anche se saremo in minoranza»), per far dimenticare alle altre organizzazioni metalmeccaniche, e soprattutto ai lavoratori, diretti interessati, che se avesse prevalso la linea del capo delle tute rosse, difficilmente Fca avrebbe tenuto aperti i suoi impianti in Italia con il conseguente dirottamento altrove dei nuovi investimenti.

Indubbia, dunque, la pesante sconfitta alla quale è andato incontro Landini, anche se nessuno - all'interno della stessa Fiom - sembra stranamente voler puntare il dito contro il segretario. «I 300 giovani che hanno varcato i cancelli dello stabilimento di Melfi per il loro primo giorno di lavoro - commenta in proposito il segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uliano - rappresentano il risultato concreto delle scelte sindacali che abbiamo fatto a partire da Pomigliano. Azioni che ora tutti ci riconoscono, ma che per anni sono state contrastate da Fiom e da una certa stampa che più che informare il Paese faceva disinformazione militante. Con questi accordi sindacali - aggiunge Uliano - ci siamo assunti la responsabilità di migliorare l'organizzazione del lavoro e ridurre le inefficienze nelle fabbriche; di contro, Fca si è impegnata a mantenere i livelli occupazionali e a fare gli investimenti nei siti italiani». La Fim ricorda anche che «la cassa integrazione è calata del 20% rispetto al 2012 e impianti come Pomigliano e Grugliasco sono ripartiti. In particolare quello piemontese, grazie al forte incremento delle vendite di Maserati, ha assorbito anche 1.500 lavoratori di Mirafiori in cassa integrazione».

Una puntualizzazione arriva anche da Giuseppe Farina, segretario confederale Cisl: «Il premier Matteo Renzi oltre a ringraziare l'ad Marchionne per le assunzioni a Melfi, avrebbe fatto bene a dire grazie anche ai sindacati e ai delegati che con impegno e coraggio hanno prima fatto, e poi difeso, quegli stessi accordi che hanno permesso le assunzioni a Melfi e a lui di festeggiare».

Un solo neo, ieri, per la galassia Fca: lo sciopero alla Maserati di Modena ai cui 800 lavoratori l'azienda non ha riconosciuto il bonus di 300 euro erogato, invece, ai colleghi di Grugliasco. Alta l'adesione.

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