Ecco come avere energia più sicura e pulita

La via europea per la decarbonizzazione passa per forniture sicure e precise, capaci di sviluppare nuove strategie

Ecco come avere energia più sicura e pulita

La guerra in Ucraina pone l’Europa di fronte a una sfida chiara: vincere la sfida dell’indipendenza energetica e dare compimento alla transizione guardando con forza oltre problemi e contingenze dettati dalla crisi ai confini orientali. La guerra rende più urgente affrontare e vincere le partite più complesse che la transizione in Europa deve gestire per garantire sviluppo, sicurezza e prosperità duratura al Vecchio Continente.

Il settore energetico europeo, già messo alla prova dalla crisi pandemica del Covid-19, sta dunque formulando una serie di soluzioni immediate per fronteggiare questa nuova emergenza provocata dal conflitto russo-ucraino: in queste settimane, i diversi Paesi stanno mettendo a punto a ritmo serrato nuove misure politiche ed economiche nel tentativo di garantire la certezza e la diversificazione degli approvvigionamenti. All’incontro a Bruxelles tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi risale una nota stampa congiunta nella quale si sottolinea come si stia puntando a una “diversificazione delle forniture, per allontanarsi dalla Russia e andare verso fornitori affidabili”.

Proprio per questo, lo scorso 8 marzo, la Commissione europea ha promosso l’iniziativa REPowerEU che illustra una serie di iniziative congiunte tra Stati Membri per un’energia a prezzi più abbordabili, più sicura e più sostenibile (more affordable, secure and sustainable energy). I tre pilastri interconnessi sono l’accelerazione del Green Deal, la scelta convinta di portare avanti le rinnovabili nel mix energetico per la generazione elettrica mantenendo il target del 2050 per la decarbonizzazione, la volontà di migliorare sul campo dell’efficienza energetica. Una sfida che unisce sostenibilità e sicurezza, nel rispetto del piano in dieci punti sottoscritto dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) che propone all’Unione Europea diverse soluzioni per ridurre le sue importazioni di gas naturale russo di oltre 50 miliardi di metri cubi, attraverso una combinazione di misure che sosterrebbero la sicurezza energetica e che, oltre alla diversificazione delle fonti, hanno al centro proprio la decarbonizzazione dei mix europei.

Nell’immediato, emerge dunque la necessità di “aumentare la diversificazione degli approvvigionamenti di gas e ricorrere temporaneamente a un maggior utilizzo delle centrali a carbone”, afferma Matteo Codazzi (Amministratore delegato di CESI, multinazionale italiana leader mondiale nel testing e nella consulenza per il settore elettrico). Tuttavia, queste sono misure emergenziali, perché è altresì fondamentale “implementare misure per favorire l’installazione degli impianti rinnovabili,” prosegue l’AD di CESI.

Infatti, le reti elettriche alimentate da fonti più verdi, per nuovi mercati, capaci di essere governate in un’ottica di crescente decarbonizzazione e incremento della complessità tecnologica del sistema, sono una delle soluzioni che l’Europa sta sviluppando, da agganciare al Piano Fit for 55 per la decarbonizzazione.

In quest’ottica, nasce la necessità, a livello Europeo, di generare una catena del valore di energia generabile con fonti rinnovabili, garantita da mezzi di trasporto ad alta tecnologia e capace di creare valore aggiunto in forma sistemica. Dall’idrogeno alle nuove tecnologie rinnovabili, fino alle nuove reti di trasporto, mai quanto oggi l’energia può essere ponte tra popoli e Stati: l’idea di integrare nel mercato europeo l’Ucraina lo testimonia.

Una delle tecnologie più efficaci in questo senso è quella delle reti elettriche a corrente diretta ad alto voltaggio e (High voltage direct current, Hvdc). Le reti in tecnologia HVDC, che consentono interconnessioni a lunghe distanze, sono un ponte anche per alleanze economiche e geopolitiche che consentiranno di alleare l’Europa ad altri mercati e sfere economico-politiche. In questo senso, in Europa sono allo studio oggigiorno reti di interconnessione di ultima generazione tra Irlanda e Regno Unito, Spagna e Francia, Croazia e Slovenia; nuove reti sono in via di edificazione nell’area del Baltico, in Finlandia, tra Bulgaria e Grecia, tra Polonia e Lituania per portare le forniture di energia ad alta tecnologia e sostenibilità ad essere realtà.

Come scritto su Nuova Energia, “l’utilizzo di ingenti risorse energetiche sfruttabili per produrre energia solo dove queste si trovano (grosse centrali idroelettriche, campi eolici e risorse solari come nel caso di Nord Africa e Medio Oriente) richiede lo sviluppo di sistemi di interconnessione/trasporto anche di migliaia di chilometri” in una rete che avrà al centro l’Europa. Per l’Amministratore Delegato di CESI, le connessioni Hvdc saranno la “banda larga” dei moderni mercati elettrici, in quanto “permettono di trasportare grandi quantità di elettricità su lunghe distanze e con costi e perdite di energia molto bassi”.

Sono realtà come il CESI, infatti, a porsi in prima linea nella sfida di valutare la fattibilità di tali interconnessioni, verificandone anche la sicurezza e l’affidabilità delle singole componenti. Due esempi su tutti: nel corso del 2021, la multinazionale italiana ha, da un lato, condotto studi di fattibilità per incorporare la rete elettrica dei Paesi Baltici in quella europea; dall’altro, nei suoi laboratori in Germania e Olanda, CESI ha testato le principali componenti di cavi HVDC che trasportano l’energia, generata da turbine eoliche, dal Mare del Nord al continente. Attività, queste, fondamentali per creare una vera strategia di autonomia energetica a tutto campo per l’Europa.

Le partite da vincere restano diverse: innanzitutto, la creazione di infrastrutture e reti che sappiano gestire in maniera intelligente la diversa dinamica con cui le rinnovabili alimentano le reti elettriche di ultima frontiera, gestendo picchi e variazioni di domanda offerta; in secondo luogo, un importante apparato di sicurezza digitale e cibernetica per aumentare la robustezza delle reti stesse; guidare le innovazioni tecnologiche contro le vulnerabilità del sistema di mobilità green che ne frenano la definitiva esplosione; garantire flessibilità e resilienza. In tutti questi servizi, CESI è un attore importante, anche grazie ai laboratori della sua Divisione di Testing, Ispezione e Certificazione (KEMA Labs), operanti in Italia e nel resto d’Europa.

Pertanto, risulta evidente che per conseguire gli obiettivi delineati dai progetti dell’Unione Europea servano l’esperienza e lo spirito innovativo di aziende in grado di rispondere alle necessità contingenti.

Per vincere le sfide della crisi energetica che stiamo vivendo, senza trascurare gli obiettivi della transizione energetica, l’Europa ha tracciato il percorso: ora serve agire in tempi brevi per evitare di trovarsi, in fasi critiche come questa, a metà del guado.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica