A fine giugno erano 833 gli Etf (Exchange trade fund) presenti sul listino di Piazza Affari per un controvalore di 22,8 miliardi di euro. I fondi passivi quotati in Borsa sono diventati infatti, uno degli strumenti più utilizzati anche dai piccoli risparmiatori. Le ragioni del loro successo sono diverse. La prima è che hanno dimostrato, nel tempo, di raggiungere il loro obiettivo che è quello di replicare, il più fedelmente possibile, un preciso indice finanziario, sia azionario sia obbligazionario o legato alle materie prime. Il secondo, altrettanto importante, è che costano molto poco: ci sono soltanto commissioni di gestione annue che oscillano tra lo 0,15% e lo 0,2%, per gli Etf a indirizzo obbligazionario, e tra lo 0,2% e lo 0,5% per quelli a vocazione azionaria: costi che si confrontano con l'1-1,2% dei fondi comuni obbligazionari e con l'1,8-2,5% di quelli azionari. Il terzo vantaggio è che sono quotati in Borsa: possono essere scambiati sapendo, in tempo reale, a quale prezzo si vendono o si acquistano.
La guida di oggi ha l'obiettivo di fornire alcune soluzioni operative di impiego degli Etf cercando di far conoscere all'investitore le potenzialità, ma anche i rischi, che si nascondono dietro questo strumento sempre più popolare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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