Coronavirus

Le pensioni "sparite" col Covid: cosa è successo agli assegni

Il 96% delle persone decedute nel 2020 aveva superato i 65 anni, quasi tutti percepivano una pensione. La spesa dell'istituto di previdenza sociale scende di circa 12 miliardi

Le pensioni "sparite" col Covid: cosa è successo agli assegni

Fra i tanti effetti del Covid-19 rientra anche un significativo calo della spesa pensionistica. La categoria più colpita dal Sars-Cov2, infatti, è proprio quella degli anziani, tra cui si è registrato il maggior numero di vittime: questa tragedia ha inciso sul bilancio dell'Inps, che ha visto drasticamente calare l'erogazione di pensioni.

Stando agli ultimi dati riportati, lo scorso anno verrà ricordato per l'elevato numero di decessi, con un incremento del 15,6% della mortalità sulla media nazionale. In pratica si parla di 100.000 morti in più rispetto al valore usuale.

Se da una parte il Coronavirus ha inciso sulla mortalità dei soggetti anziani ed a rischio, dall'altra le misure restrittive emanate dal governo hanno invece fatto calare i decessi fra i giovani. Le pesanti limitazioni degli spostamenti e la chiusura di alcune attività hanno infatti ridotto gli incidenti stradali e sul posto di lavoro.

Si tratta di una mera analisi di numeri, dati difficili da analizzare se ci si sofferma a pensare a cosa vi è realmente dietro. L'aumento dei decessi fra la popolazione anziana ha portato l'istituto di previdenza sociale ad eliminare prematuramente moltissime pensioni, sia dirette che indirette. In parole povere, l'Inps è andato incontro ad un notevole risparmio. Secondo quanto riferito da Investireoggi, circa il 96% delle persone decedute nel 2020 aveva superato i 65 anni: si trattava dunque di cittadini che recepivano una pensione, salvo alcune eccezioni.

Cosa è cambiato

A provare a fare una stima su quali possano essere stati i reali effetti sulla spesa pensionistica è stato Alberto Brambilla di Itinerari Previdenziali, che ha effettuato una stima facendo un calcolo basato sul reddito medio lordo derivato dal casellario delle pensioni Inps 2020. Una cifra a cui viene quindi applicato un coefficiente di rettifica connesso alla possibilità che dopo il decesso del pensionato si sia originata una pensione di reversibilità.

Emerge una netta riduzione della spesa per la voce "pensioni" (- 1,11 miliardi di euro). Nel calcolo si aggiunge anche una prospettiva sul decennio 2020-2029, col calcolo delle aspettative di vita degli anziani basato su un assegnazione a fasce di età. Considerando che senza Covid in tanti avrebbero potuto vivere più a lungo, sulla base dei dati 2019 la stima degli anni mediamente persi dai 96.818 ultra 64enni sono 13 per la fascia 65-79 (20110 deceduti) e 7 per gli ultra 80enni (76708 morti). Tutto per un risparmio di 11,9 miliardi di euro complessivi potenziali tra 2020 e 2029.

A causa del pesante impatto del Covid, prosegue Brambilla, anche il ricorso a Quota 100 od altre forme di pensionamento anticipato per il 2020 non avrà un forte impatto a livello economico, non di sicuro paragonabile a quello stimato in partenza, proprio perché il numero stesso dei pensionati sarà più contenuto.

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