Ei Towers ci riprova. Ieri, dopo un lungo cda, è stata chiusa e presentata alla Consob un'offerta alternativa su Rai Way. La posta in palio è alta perché entrambe le aziende potrebbero trarre notevoli benefici sul conto economico grazie ai tagli dei costi che potrebbero essere fatti snellendo le loro infrastrutture di torri televisive che sono molto simili. Lo sa bene Ei Towers che ha lanciato l'Opas su Rai Way, ma il particolare non sarà certamente sfuggito ai manager concorrenti dato che, tra alcuni anni, complice lo sviluppo della rete tlc a banda ultralarga, parte della programmazione televisiva sarò trasmessa via cavo.
Ei Towers nella nuova offerta che è stata perfezionata in tarda serata, non acquisirà il 66,7% di Rai Way. Il piano B punta infatti a una quota minore, ossia il 40% della società controllata dalla tv di stato che resta così il maggiore azionista di Rai Way con il 51%. Il nuovo progetto, pur non avendo come obiettivo quello di dar vita a un unico operatore a livello nazionale, dovrebbe portare a una forte collaborazione industriale, in presenza però di due società autonome.
La presentazione del piano «B» arriva alla scadenza dei dieci giorni dati da Consob ad Ei Towers dopo lo stop al primo prospetto di Opas. Consob avrà ora alcuni giorni per decidere se dare l'ok alla pubblicazione del prospetto dell'offerta che dovrebbe avvenire, se tutto va bene alla fine della prossima settimana. In pratica per dar vita all'opzione «B» Ei Towers dovrebbe cercare di acquistare almeno il 26% del capitale di Rai Way sul mercato da sommare, per arrivare al 40, al 14% che Rai può vendere senza correre il rischio di perdere la maggioranza in Rai Way. Se la manovra dovesse riuscire si darebbe vita a due società distinte ma con partecipazioni incrociate visto che l'offerta prevede uno scambio anche di azioni. Ei Towers sarebbe comunque pronta ad offrire per il 40% di Rai Way, che ieri ha chiuso a 4,2 euro ad azione, 4,5 euro. Quanto alla Borsa a Piazza Affari ci dovrebbe essere il delisting di Rai Way, che potrebbe restare quotata solo se non aderisse all'Opas almeno il 10% degli azionisti che ora detengono le azioni. La soluzione viene dunque incontro alle richieste dell'azionista pubblico, interessato, anche in virtù del decreto di liberalizzazione dello scorso settembre, a conservare il controllo. Il destino dell'operazione si chiarirà comunque solo nei prossimi giorni. La presentazione alla Consob dell'opzione alternativa non esaurisce infatti le risposte che la società di Mediaset dovrà dare alle Autorità. All'inizio della prossima settimana di fronte all'Antitrust è in programma un'audizione di tutte le parti coinvolte. L'istruttoria però sarà in pratica solo accademica perchè incentrata sull'offerta presentata il 24 febbraio che prevedeva una società unica, mentre in questo caso le società sul mercato resteranno due e dunque non c'è più il rafforzamento di una posizione dominante.
L'Antitrust infatti sulla nuova operazione dovrà comunque dare il suo parere come del resto la Consob. Infine, il dossier sarà inviato anche all'Agcom per un parere finale, che però non sarà vincolante, che potrà essere espresso nel giro di 30 giorni.
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