Economia

Enel, pesa la recessione Conti: «La strada è giusta»

Inizia in salita il 2013 di Enel. A causa della scarsa domanda energetica registrata in Italia e Spagna, ma anche in Russia e Slovacchia, sui conti del primo trimestre prevale il segno meno. Guardando ai numeri, grazie alle differenze di cambio, l'utile netto è stato archiviato a marzo a quota 1,97 miliardi (da 1,27 miliardi nello stesso periodo 2012). Tuttavia l'utile netto ordinario, quello legato alla gestione caratteristica, è sceso a 852 milioni (-12,4%). Male anche il risultato operativo fermatosi a 2,55 miliardi, in diminuzione di 305 milioni (-10,7%) a causa di «maggiori ammortamenti e perdite di valore per 125 milioni». In flessione l'ebitda a 4,07 miliardi (da 4,25 miliardi) e i ricavi, fermi a 20,88 miliardi (-1,5%) a causa del cattivo andamento delle vendite di energia: nei primi tre mesi del 2013 si sono attestate a 76,7 TWh, con un decremento di 5,8 TWh (-7,1%).
«Il quadro negativo della domanda registrato nel primo trimestre non si ripeterà nel resto dell'anno» ha assicurato il cfo dell'Enel, Luigi Ferraris, nel corso della conference call con gli analisti. «La domanda per il primo trimestre - ha detto - ha continuato a restare debole in Italia e Spagna (-4% e -4,3%) ed è stata colpita dalla minore produzione industriale e dal calo del pil». Come se non bastasse, «si è registrato poi un consumo particolarmente debole anche in Russia e Slovacchia unito a una crescita inferiore alle previsioni annuali in America Latina (+2,2%) per questioni di calendario e climatiche».
Dati deboli che, però, non mettono in allarme il gruppo, con l'ad Fulvio Conti che vede la società «sulla strada giusta» e il cfo che assicura che le «condizioni negative non si ripeteranno nel resto del 2013 tanto da poter confermare stime che ipotizzino un consumo sostanzialmente stabile in Italia, un -2% in Spagna, una crescita dell'1,6% in Russia e del 4,9% in America Latina». Quanto all'indebitamento, da fine anno è salito a 43,39 miliardi, ma in merito il gruppo sta mettendo a punto un piano di rientro che passerà anche dal mercato obbligazionario. Non a caso ieri Enel ha approvato l'emissione fino a 5 miliardi di strumenti finanziari ibridi non convertibili. Infine, in tema di nuovo governo, il gruppo punta alla riduzione del costo dell'elettricità e non si attende nuovi sussidi sulle rinnovabili.

Ritiene però necessario un «alleggerimento della Robin Tax per favorire gli investimenti».

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