Economia

Enel è pronta a investire 29 miliardi

Il 50% sarà sul verde. Starace: «Open Fiber? Non abbiamo alcuna fretta di vendere»

Enel è pronta a investire 29 miliardi

La svolta verde avviata nel 2015 dall'ad Francesco Starace in scadenza di mandato a primavera - è ormai il cuore della strategia aziendale dell'Enel. Così nell'aggiornamento del piano al 2022, presentato ieri a Milano, la metà degli investimenti è tutta green: oltre 14,4 miliardi sui 28,7 miliardi totali (+11% sul piano precedente) saranno destinati alla decarbonizzazione e a nuova capacità rinnovabile (+22%). Alla digitalizzazione andranno circa 12 miliardi e all'elettrificazione circa 1 miliardo. Un cambio di passo, quello voluto da Starace, che promette un'elevata remunerazione degli azionisti, Tesoro in primis con quasi 1 miliardo l'anno dal 2020. Ma anche un ruolo centrale nei nuovi business, Open Fiber in testa. Starace ha messo ieri un punto fermo sul futuro dell'azienda della rete tlc che secondo i rumors sarebbe pronta a passare ai fondi per poi fondersi con la rete Telecom Italia: «Non abbiamo nessuna fretta di vendere», ha chiarito l'ad chiudendo la porta alla società di tlc.

D'altra parte oggi Enel ha le idee chiare e una posizione di leadership per aver saputo intercettare, con anticipo, la transizione energetica: è oggi il più grande operatore privato mondiale nelle rinnovabili, con una capacità totale di 46 GW, ed è la più grande società privata di distribuzione energetica, con 73 milioni di utenti finali. Il percorso di uscita dal carbone fissato dal gruppo vede il suo azzeramento al 2030 per una quota, al 2022, del 6,8%, dal 17,3% della produzione attuale.

Questi 14,4 miliardi saranno utilizzati per la sostituzione di impianti di generazione convenzionale con energia green per una capacità di 5,4 gigawatt (in Italia è prevista la chiusura di 4 centrali a carbone nei prossimi tre-quattro anni).

Scopo per il quale in Italia, Spagna e Cile saranno destinati 5,6 miliardi. In Brasile e Usa saranno realizzati impianti per 4,7 miliardi, altri 1,2 miliardi saranno dedicati, invece, a nuovi mercati o di recente ingresso: anche se non sono in programma grandi acquisizioni, Enel è interessata «a investire nel Sud Est asiatico, ma non in Cina». Quanto all'America Latina, «Enel ha spiegato il cfo De Paoli non vede elementi di forte preoccupazione» ed è molto interessata al «riacquisto delle minorities in Colombia».

In merito ai dossier più caldi del momento, Starace ha poi escluso di essere stato contattato per quanto riguarda le partite Alitalia e Ilva: «Non siamo nemmeno fornitori», ha tagliato corto.

Tornando agli investimenti, al miglioramento di efficienza per infrastrutture e reti andranno 11,8 miliardi, mentre la società di servizi innovativi EnelX investirà 1,1 miliardi anche per lo sviluppo di piattaforme, per la gestione delle mobilità elettrica. I punti di ricarica a livello globale saliranno dagli 82mila attuali a 736mila.

«Enel intende accelerare la decarbonizzazione del proprio mix di generazione, riducendo la generazione da fonti termoelettriche», ha detto Starace spiegando che «la solidità di questo piano consente di aumentare i target».

Guardando ai numeri, Enel prevede che il mol raggiunga 20,1 miliardi nel 2022 (+13%) da 17,8 miliardi, inoltre il piano dovrebbe consentire una crescita del 27% dell'utile netto ordinario di gruppo a 6,1 miliardi nel 2022, dai 4,8 miliardi stimati nel 2019, con il target per il 2021 in aumento di circa 200 milioni rispetto al piano precedente.

Numeri a beneficio degli azionisti che vedranno aumentare il dividendo minimo di 1 centesimo di euro per azione nel 2020 e 2021, oltre a un nuovo dividendo minimo di 0,40 euro per azione nel 2022. Il monte dividendi è destinato a salire, quindi, dai 3,3 miliardi del 2019 ai 4,04 miliardi promessi per il 2022 (e quest'ultima sarà solo una cedola minima garantita). Di questi, quasi 1 miliardo (contro 780 milioni per il 2019) finirà nelle casse del Tesoro (950 milioni per una quota del 23,5%). Nel periodo, aumenterà però l'indebitamento, che tornerà su livelli raggiunti da Enel nel 2007 per l'acquisto della spagnola Endesa (allora l'ebitda era 10 miliardi).

Il debito è previsto a 47,3 miliardi, nel 2022, contro i 45,9 miliardi di fine 2019.

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