Continua senza sosta la campagna d'America di Enel. E questa volta nel mirino del gruppo italiano sono finite due società strategiche di Perù e Cile: Luz de Sur, la maggiore compagnia elettrica del Perù con quasi 5 milioni di clienti, e Chilquinta, terzo distributore di elettricità in Cile, con 2 milioni di consumatori. Secondo la stampa sudamericana, il team guidato dall'ad Francesco Starace avrebbe avanzato (attraverso la controllata Enel Americas) un'offerta non vincolante proprio in queste ore presentandosi come ufficiale e potenziale partner. Una candidatura attesa - che Starace aveva anticipato il 20 maggio quando Sempra Energy aveva annunciato la messa in vendita dei due gruppi (il 100% di Chilquinta e l'83% di Luz de Sur) - e in linea con la strategia perseguita negli ultimi anni da Enel. L'America Latina è, infatti, al centro dello sviluppo della società elettrica, un po' per valorizzare al massimo la controllata Enel Americas (dove è atteso anche un rafforzamento azionario) e in parte perché, in questo momento, alcuni paesi del Sud America offrono occasioni che sarebbe un peccato vedersi sfuggire. L'operazione avrebbe un controvalore intorno ai 2,5 miliardi di dollari. In particolare, la sola Luz de Sur ha una capitalizzazione di mercato di 1,8 miliardi di dollari, un ebitda atteso per il 2019 di 245 milioni e un debito netto di 600 milioni.
L'offerta di Enel per questi asset - commentano gli analisti di Banca Akros - è «in linea con la strategia di crescita della società perché combina crescita organica e merger & aquisition in America Latina. In particolare Enel potrebbe ottenere delle sinergie, integrando gli asset di Luz de Sur con il suo network peruviano», Paese che ha un «contesto regolamentare molto stabile». «La strategia di rotazione degli asset da parte del management è stata efficace finora» continuano poi gli analisti: Enel «è stata attiva nel vendere e compare asset rinnovabili da inizio anno». Il gruppo sta inoltre dismettendo attività non strategiche, come le centrali a carbone. Ultima in ordine di tempo, la vendita da 300 milioni dell'impianto russo di Reftinskaya.
Guardano al futuro, gli analisti di Akros stimano che «Enel abbia una potenza di fuoco per M&A di 10 miliardi di euro». Insomma, lo shopping di Enel non finirà qui. E se l'operazione cileno-peruviana dovesse andare in porto, ci sarebbe spazio per operazioni da almeno 7 miliardi». Una cifra che potrebbe salire, visto che è di ieri la notizia Enel e Total hanno lasciato la gara per rilevare la società energetica olandese Eneco.
In Piazza Affari ieri Enel ha chiuso la seduta in leggera flessione (-0,11%), ma da inizio anno il titolo ha messo a segno un guadagno di oltre il 23 per cento.
Secondo gli analisti di Equita, per Enel «i target 2019 sono raggiungibili in maniera confortevole». Il gruppo elettrico punta a un ebitda ordinario di 17,4 miliardi di euro e un utile netto ordinario di circa 4,8 miliardi.
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