Economia

Enel, al Tesoro 430 milioni di cedola

Utile a 3,2 miliardi +12%. Starace: «In Europa solo mini acquisizioni»

Enel, al Tesoro 430 milioni di cedola

Un 2016 «latino» per Enel. Grazie al business in Spagna e nelle Americhe, il bilancio del gruppo elettrico si è chiuso con un utile di 3,24 miliardi di euro, in aumento del +12,3%. La crescita ha permesso al consiglio di amministrazione di aumentare la remunerazione ai soci con un dividendo di 0,18 euro per azione (da 0,16 euro). Per il Tesoro (azionista con il 23,6%) un'altra buona notizia e un assegno da 430 milioni che fa salire il conto delle ultime cedole di Stato ad oltre mezzo miliardo (Poste 150 milioni, Leonardo 24 milioni). Quanto agli altri indicatori, il business in Europa e Africa, e in particolare l'andamento negativo dei tassi di cambio, le minori attività di trading di energia elettrica, il deconsolidamento di Slovenskè Elektràrne, la riduzione dei prezzi di vendita nei mercati maturi nonché la minor produzione di energia, hanno pesato sui ricavi: scesi a 70,6 miliardi (-6,7%). L'ebitda, 15,3 miliardi, è rimasto però sostanzialmente in linea con il 2015 e l'ebit è risultato di 8,9 miliardi (+16,1%), in aumento anche grazie a minori svalutazioni. Infine, l'indebitamento finanziario netto è arrivato a 37,6 miliardi (+0,3%), dato leggermente al di sopra della guidance dell'azienda (37,2 miliardi) a causa della considerevole variazione dei cambi degli ultimi mesi del 2016, in particolare per quanto riguarda il dollaro Usa e la sterlina inglese.

L'ad Francesco Starace che insieme al cda dovrebbe essere ribadito ai vertici del gruppo con l'assemblea di maggio - ha confermato gli obiettivi economico-finanziari per il 2017 e la promessa di un dividendo minimo da 0,21 euro per azione a valere sui risultati dell'anno in corso. Ha anche annunciato «la probabile vittoria di Open fiber, la società che gestisce reti a fibra ottica, nella gara per la realizzazione del secondo lotto della rete per le aree disagiate bandita da Infratel».

Il manager ha spiegato, poi, che le risorse a disposizione per acquisizioni non saranno usate per colpi ad effetto: «Non amiamo le grandi acquisizioni che potenzialmente distruggono valore», prendendo inoltre le distanze dal business in Europa: «Non è un posto dove fare merger almeno fino a che non saranno state fatte le elezioni in Francia e Germania», ha detto. «Se invece si guarda a piccole acquisizioni nell'ordine di 1-1,5 miliardi, queste hanno senso e possono creare valore e questo è quello a cui guardiamo». Il cda, nell'ambito dell'annunciato eventuale buy-back, chiederà all'assemblea l'autorizzazione all'acquisto fino a 500 milioni di azioni proprie, pari al 4,92% del capitale, con un esborso massimo da 2 miliardi. I risultati, giudicati in linea con le attese dagli analisti, sono stati salutati tiepidamente dalla Borsa dove in generale il settore delle utilities è sotto pressione. Il titolo Enel ha chiuso in calo dello 0,94% a 4,21 euro. Alcuni analisti ritengono «che il dividendo sia ancora ad un livello minimo» e scontano il fatto che i conti fossero in parte già noti. Ma, ad esempio, Goldman Sachs vede con fiducia alle stime fornite dal management di Enel.

Sui dodici mesi il target di prezzo per azione è di 5,5 euro contro l'attuale 4,16.

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