Il Corriere della Sera dal primo giugno è un po' cinese. In seguito all'efficacia della fusione per incorporazione in Pirelli della controllante diretta Marco Polo Industrial, China National Chemical ha infatti dichiarato di detenere indirettamente il 4,43% di Rcs. Quota che potrebbe aumentare se nella battaglia sul controllo della Rizzoli vincesse l'Opa della cordata composta dall'Investindustrial di Andrea Bonomi e il poker di soci storici Della Valle, Unipol, Mediobanca e appunto Pirelli.
A cosa servirà per i cinesi possedere, seppure indirettamente, un «pezzettino» del Corsera? Con quote sempre appena superiori al 2% la Banca centrale cinese si è seduta di peso nel salotto buono della nostra economia. L'Italia è il Paese più adatto per penetrare in Europa, fino a condizionare le politiche Ue. E così i ricchi Mandarini hanno cominciato a puntare fiches milionarie su settori strategici, dall'energia alle comunicazioni, passando anche per la finanza. È cinese il 27% degli investimenti stranieri in Italia: quasi zero le aziende acquisite nel 2000, già 300 nel 2015 per un totale di 17.800 posti e 8,4 miliardi. Tra le operazioni più recenti, la ChemChina in Pirelli con 7,1 miliardi, il gruppo Fosun che ha acquistato l'ex sede Unicredit in piazza Cordusio a Milano, China Construction Bank e China Industrial and Commercial Bank che hanno aperto filiali a Milano e a Roma. Nel 2014, Shanghai Electric ha acquisito il 40% di Ansaldo Energia per 400 milioni e China State Grid il 35% della Cdp Reti per 2 miliardi. La People's Bank of China vanta il 2% di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Generali, Monte Paschi e Mediobanca. E cinese è il 2% di Eni, Enel e Telecom. Una presenza che può essere «raccontata» anche tra le pagine del Corriere. Dove il Dragone è in squadra con Bonomi contro Cairo.
Intanto, i termini per l'approvazione del documento dell'Opa promossa dal veicolo International Media Holding hanno ripreso a decorrere dal 2 giugno. Il nuovo termine è fissato al 10 giugno. La Consob aveva sospeso i termini del procedimento di approvazione alla fine di maggio, chiedendo ulteriori informazioni.
Il mercato intanto continua a scommettere su una guerra al rialzo tra i due contendenti: i titoli Rcs si mantengono al di sopra sia degli 0,7 euro in contanti offerti dalla cordata guidata da Bonomi che sopra la valorizzazione implicita nell'offerta di Cairo Com (0,57 euro).CC
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