Eni paga nel trimestre lo scorporo di Snam e il rallentamento del mercato del gas, ma conferma i target 2013 e tira dritto a Piazza Affari segnando un rialzo di oltre 2 punti percentuali a 18,13 euro. Merito della conferma al rating espressa da Fitch martedì sera e delle buone notizie arrivate dai due fronti caldi di business: il Mozambico e il Kazakhstan. Nel primo caso le nuove perforazioni hanno rivelato ulteriori importanti risorse di gas e nel secondo caso sono stati chiariti, dalla società stessa, i tempi di messa in produzione del mega giacimento di Kashagan con l'assicurazione che la deadline di ottobre non sarà violata. «Confermiamo la start up operativa a giugno, poi ci vorranno alcune settimane per il passaggio di consegne» ha detto Claudio Descalzi, direttore della divisione Exploration&Production di Eni, rassicurando da eventuali nuovi ritardi e prevedendo per il 2013 «una produzione tra 10 e 15mila barili al giorno».
Tornando ai conti, il Cane a sei zampe ha accusato una netta flessione dell'utile e un leggero aumento dell'indebitamento. Alla base dello scivolone, la vendita della controllata delle reti (che per molti analisti ha reso difficile un confronto con il trimestre precedente) e un rallentamento delle divisioni Exploration&Production e Gas&Power. Nel dettaglio, l'utile netto si è attestato a 1,543 miliardi, in calo del 57,3% rispetto ai 3,617 miliardi dello stesso periodo dell'anno precedente, mentre l'utile «adjusted» si è fermato a 1,43 miliardi (-41,8%). Di fatto, però, depurando il trimestre di confronto del contributo di Snam, la riduzione dell'utile adjusted passa a 39,2% e a pesare sarebbe la performance operativa e l'incremento del 5% del tax rate consolidato che riflette il maggior contributo del settore Exploration&Production soggetto a più elevate aliquote fiscali.
Sul fronte del gas, la produzione di idrocarburi è stata di 1,6 milioni di boe/giorno, in riduzione del 4,9% e le vendite di gas a 30,22 miliardi di metri cubi hanno registrato una flessione dell'1,3%. Quanto al margine di raffinazione, nell'area del Mediterraneo ha registrato un parziale recupero (3,97 dollari/barile il margine medio di raffinazione sul Brent nel Mediterraneo, +36% sul 2012), pur rimanendo su valori non remunerativi causa la debolezza della domanda e l'eccesso di capacità. Nel trimestre sono stati sostenuti 0,11 miliardi di euro d'investimenti finanziari e l'indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2013 è cresciuto a 15,99 miliardi di euro (+0,47 miliardi). Tuttavia, il rapporto tra indebitamento e patrimonio è migliorato a 0,24 al 31 marzo 2013 (0,43 al 31 marzo 2012 e 0,25 al 31 dicembre 2012). Nonostante un inizio d'anno difficile l'ad Paolo Scaroni ha confermato gli obiettivi di crescita e redditività del 2013 «grazie ai progressi nello sviluppo dei progetti in corso. La G&P beneficerà delle rinegoziazioni dei contratti gas che mitigheranno l'impatto negativo di un mercato ancora in forte contrazione.
Eni, meno utili ma obiettivi confermati
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.